“I cinocefali”: un insolito thriller di Aleksej Ivanov sui mostri della Russia profonda

“I cinocefali”: un insolito thriller di Aleksej Ivanov sui mostri della Russia profonda

Il romanzo di Aleksej Ivanov, “I cinocefali” (Voland, 400 pagine, 20 Euro, traduzione di Anna Zafesova), è un thriller magistrale e insolito che demolisce uno dei miti più persistenti della letteratura russa, quello della campagna come sede sacrale dell’anima nazionale. La Russia profonda è ormai un inferno da cui fuggire, a costo di stringere un patto col diavolo. La trama: tre giovani moscoviti vengono ingaggiati da un personaggio misterioso per recuperare un antico affresco nella chiesa di uno sperduto villaggio, un lavoretto da nulla, un weekend remunerativo che li convince ad allontanarsi dalla capitale. Nella primitiva Kalitino gli arroganti moscoviti sono però accolti con ostilità dai locali, l’affresco – un san Cristoforo con testa canina – sembra muovere gli occhi, nella scuola abbandonata dove i ragazzi pernottano si sentono unghie di cane grattare il pavimento, e chi si inoltra nella foresta non torna indietro. Gli abitanti del paese alludono a segreti sepolti da tempo, ogni avvenimento si collega a eventi del passato: gli eretici, il Gulag, gli inquisitori dello zar e i bolscevichi, in una parabola della storia russa che genera mostri e colpisce chiunque calpesti questa terra maledetta. Ecco un assaggio del romanzo: “Fumo grigio al posto del cielo. La tettoia. L’erba. I rifiuti. Il silenzio. Non era però un mondo morto, tutt’altro. Era un mondo offeso. Che possedeva ancora le forze per vendicarsi”.
Nella postfazione Anna Zafesova scrive tra l’altro: “Ed è proprio l’assenza degli anticorpi della storia che rende i tre protagonisti vittime vulnerabili dei cinocefali. La storia russa che Kirill scopre nelle sue indagini, scorrendola sul monitor del suo portatile come un videogame, farcita di zar e guardie del Gulag, scismatici e galeotti, santi e inquisitori, è molto più pulp della narrativa che adora, e lo trova totalmente impreparato, e inorridito”.
Lo scrittore Aleksej Ivanov, nato nel 1969, è uno dei migliori eredi della grande tradizione letteraria russa. Autore di oltre 20 libri, ha vinto in Russia i premi più prestigiosi, tra cui il Book of the Year, il Prose of the Year e il Tolstoy Prize. Le sue opere sono tradotte in numerose lingue e vantano diverse trasposizioni cinematografiche.

Red. Cro.

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