Segnaliamo ai nostri affezionati lettori due libri di Carl Schmitt (1888-1985), considerato uno dei massimi filosofi del diritto e dello Stato, entrambi pubblicati dalla casa editrice “il Mulino”: “Romanticismo politico” (248 pagine, 23 Euro) e “Le categorie del ‘politico’” (344 pagine, 15 Euro).
“Romanticismo politico” (in questa edizione a cura di Carlo Galli), pubblicato la prima volta a Monaco nel 1919, è uno dei libri più rilevanti e controversi di Carl Schmitt. Nel confrontarsi con il romanticismo, la corrente di pensiero e di letteratura che è ancora oggi parte costitutiva dell’autocoscienza della Germania, il giurista tedesco legge il fenomeno culturale alla luce delle categorie combinate di mediazione e immediatezza, di soggetto e oggetto, di esperienza vissuta e forma, realizzando un incrocio azzardato e affascinante fra letteratura, filosofia e politica. È l’opera di un autore poco più che trentenne, che si dimostra tuttavia già studioso maturo, capace di sviluppare e concludere un rapporto antagonistico col proprio tempo. Il volume si arricchisce di una introduzione di Carlo Galli, che su Schmitt ha scritto pagine molto significative.
“Le categorie del ‘politico’”, a cura di Gianfranco Miglio (1918-2001) e Pierangelo Schiera, raccoglie “Saggi di teoria politica” di Carl Schmitt che coprono l’intera parabola di pensiero del filosofo tedesco: certamente uno dei più rappresentativi della cultura europea del Novecento. Il volume riunisce gli scritti più importanti della sua produzione politologica dal 1922 al 1953; si tratta di: “Teologia politica”, “Il concetto del ‘politico’”, “Legalità e legittimità”, “I tre tipi di pensiero giuridico”, “Il problema della legalità” e “Appropriazione / divisione / produzione”. In questo libro vi sono alcune delle espressioni più note di tutto il pensiero del Novecento, per esempio quella relativa alla definizione del concetto di sovranità: “Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione”; oppure quella sulla teologia politica: “Tutti i concetti più pregnanti della moderna dottrina dello Stato sono concetti teologici secolarizzati”.
Carl Schmitt ha insegnato in varie università tedesche, prima di diventare professore all’Università di Berlino nel 1933. Ritiratosi a vita privata alla fine della guerra, continuò a lavorare e a pubblicare nel campo del diritto internazionale.
Red. Cro.