CALVI R. – La Iavazzi Ambiente scarl ha perso il diritto ad usufruire delle agevolazioni previste dal Decreto 13 dicembre 2011 “Bando Filiere delle Biomasse” e dal Decreto Direttoriale 22 marzo 2013, relativo alla pubblicazione della relativa graduatoria. I 17 e passa milioni di euro che il Ministero per lo sviluppo economico aveva concesso all’azienda della famiglia Iavazzi per la realizzazione di una centrale a biomasse in area ex Pozzi sono stati definitivamente ritirati. Secondo la risposta da parte del Viceministro Teresa Bellanova all’interrogazione presentata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Vilma Moronese, la decisione sarebbe stata comunicata già dal 17 luglio 2015 alla ditta interessata. Il motivo dello stop al finanziamento è stato la mancata presentazione, nei tempi utili, della documentazione necessaria che, in buona parte, risulta a tutt’oggi non pervenuta.
Con questo passaggio il MISE fa chiarezza su un punto importante della intricata vicenda della centrale a biomasse che l’imprenditore Iavazzi avrebbe voluto realizzare in area ex Pozzi, nel territorio del Comune di Calvi Risorta.
Posto al centro dell’Agro caleno, l’impianto sarebbe dovuto sorgere su quell’area in cui, dopo le denuncie e le battaglie di un ampio fronte ambientalista, è stata rinvenuta la ‘discarica abusiva più grande d’Europa’.
I 17 milioni, secondo alcuni osservatori vero oggetto del contendere, escono definitivamente di scena segnando così un ulteriore punto a favore del Comitato per l’Agro caleno: No centrale a biomasse, da sempre motore della battaglia anti-centrale.
E se rispetto al problema dell’interdittiva antimafia che ha colpito il gruppo Iavazzi – che a tutt’oggi effettua la raccolta dei rifiuti nel comune di Sparanise – gli occhi sono puntati sul prossimo 21 luglio, giorno in cui è prevista la sentenza del Consiglio di Stato in merito, restano da chiarire i motivi per cui l’iter autorizzativo della centrale resta in piedi nonostante i pareri negativi dell’ARPAC, di due ASL e della Seconda Università di Napoli oltreché dei comuni di Sparanise, Pignataro Maggiore e, soprattutto, Calvi Risorta.
Per bocca del Viceministro Bellanova il Ministero dell’ambiente fa sapere di non avere competenza in materia, trattandosi di un impianto di potenza termica inferiore a 300 MW. Il bandolo della matassa, dunque, sarebbe nelle mani della Regione Campania. L’ultima conferenza dei servizi fu convocata ma rinviata prima di iniziare proprio a causa della pendente interdittiva antimafia. Se questa dovesse essere confermata la partita dovrebbe chiudersi con una vittoria a tutto tondo da parte del fronte ambientalista. Se invece dovesse essere revocata, la Iavazzi Ambiente dovrà comunque fare i conti con le criticità ambientali messe nero su bianco dagli enti preposti, con la contrarietà dei comuni del comprensorio, con il venir meno dell’ingente finanziamento che il MISE aveva messo sul tavolo e con l’immancabile agguerrita lotta del Comitato.
Proprio quest’ultimo nella giornata di ieri ha lanciato l’allarme per un incendio divampato nell’area ex Pozzi, dove cumuli di rifiuti e sterpaglie sono stati dati alle fiamme rilasciando una densa nube nera nell’aria. A quanto pare, non solo la via della bonifica sembra lontana, ma l’area continua ad essere terra di nessuno, sversatoio incontrollato di immondizia di ogni genere.
A tal proposito, sarà interessante conoscere l’esito dell’incontro che il Comune di Sparanise ha chiesto al Governatore Vincenzo De Luca – e di cui ancora non è stata resa nota la data – nell’ambito del quale le tematiche relative alla zona ASI ed alla ex Pozzi saranno prese in esame.
Teodosio Lepore (teodosio.lepore@gmail.com)