CALVI R./SPARANISE – Buone notizie per il fronte ambientalista arrivano da Sparanise, in riferimento all’impianto della Garden srl. Dopo le criticità emerse in sede di conferenza dei servizi, arriva oggi lo stop anche da parte del consorzio ASI. La società legata alla famiglia Sorbo, vorrebbe realizzare un opificio per la produzione di ammendanti agricoli a partire dalla lavorazione della frazione umida dei rifiuti solidi urbani in area ex Pozzi. Circa 36mila tonnellate annue di immondizia trattata in un impianto che occuperebbe 26mila metri quadri di superficie.
Occuperebbe, il condizionale è d’obbligo, perché la strada che il progetto ha di fronte a se è tutta in salita. Alla levata di scudi da parte dei movimenti e comitati ambientalisti del territorio, ha fatto da subito pendant la presa di posizione contraria dell’amministrazione comunale.
Le ragioni del “no” ruotano attorno alla annosa questione della bonifica dell’area interessata, la ex Pozzi appunto, ove giace quella che fu definita la discarica abusiva più grande d’Europa, da tempo in attesa degli interventi prospettati.
Da mesi, in un ristretto perimetro di poche centinaia di metri, risultano pendenti ben due richieste per la realizzazione di altrettanti impianti, differenti tra loro solo per dimensioni. Oggi per uno di loro, però, arriva la prima rilevante battuta d’arresto che condurrà, con ogni probabilità, alla fine dell’iter in un nulla di fatto.
Con una nota ufficiale, infatti, il consorzio ASI rispondendo ai rilievi del Comune di Sparanise e degli ambientalisti, conferma di non poter avallare il progetto targato Garden in quanto la società non ha disponibilità del terreno che aveva individuato che risulta, a tutt’oggi, regolarmente assegnato ad una società diversa.
Incassata questa prima parziale vittoria, i comitati hanno già fatto sapere di non voler abbassare la guardia, fino alla definitiva vittoria contro i tre impianti (Alekos ed Euthalia, oltre alla Garden), quasi del tutto simili, che minacciano di invadere un territorio nel corso degli anni preda di speculazione e devastazione ambientale.
Teodosio Lepore (teodosio.lepore@gmail.com)