Il gruppo Uniti per la Rinascita Calena adombra gravi dubbi sulla gestione degli appalti pubblici

Il gruppo Uniti per la Rinascita Calena adombra gravi dubbi sulla gestione degli appalti pubblici

CALVI R. – Di seguito il comunicato stampa del gruppo politico “Uniti per la Rinascita Calena” sulla delicata questione “appalti”:

I padri costituenti ci insegnano che in materia di diritto penale bisogna essere garantisti e che per ogni cittadino vige la presunzione di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva di condanna. Fatta questa premessa, quando si tratta di gare di appalti per lavori pubblici, ci sentiamo di fare qualche riflessione anche alla luce delle ultime aggiudicazioni. Tutti sanno che i lavori di ristrutturazione e completamento delle rete idrica e di depurazione comunale sono stati aggiudicati (ed eseguiti in modo pessimo, aggiungiamo noi) alla ditta di Fontana Giovanbattista e tutti, o almeno, buona parte della popolazione, è a conoscenza delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto questo imprenditore nell’indagine Medea. I nostri amministratori ci diranno che il Fontana ha vinto una regolare gara di appalto e noi tra virgolette potremmo anche tollerarlo, anche se noi non avremmo mai concesso un appalto senza aver preso visione del certificato antimafia. Ci risulta, infatti, che la Certificazione Antimafia relativa allimpresa aggiudicataria dellappalto, è stata richiesta alla Prefettura di Caserta U.T.G. e che, trascorsi 45 giorni, hanno proceduto con il silenzio assenso, acquisendo agli atti una semplice autocertificazione. Ma i componenti delle commissioni di appalto NO. Quelli vengono scelti. Ci risulta, infatti, che in una delle tante commissioni d’appalto insieme all’Ing. Ferriello (che la presiede) compare un tale Ing. Buonocore, suo successore all’Ufficio Tecnico di Marano di Napoli. Ci direte e questo cosa significa? L’ing. Buonocore, come si evince da numerose notizie di stampa, risulta essere stato coinvolto e indagato in una grossa indagine contro il clan camorristico dei Polverino-Nuvoletta che ha portato all’arresto di numerosi affiliati e al sequestro di ingenti patrimoni. Ci risulta altresì che per questa indagine è stato colpito anche da interdizione dai pubblici uffici. Come abbiamo detto in premessa, per noi vige la presunzione di innocenza ma ci chiediamo: è mai possibile che a Calvi o altrove non esisteva altro tecnico che non fosse stato indagato o coinvolto in vicende giudiziarie? È normale che in una commissione di appalti pubblici venga nominato una persona coinvolta in indagini camorristiche? Questa è la trasparenza di cui vi vantavate in campagna elettorale? Abbiate un sussulto di generosità e per il bene del paese: ANDATE VIA!!!

Uniti per la Rinascita Calena

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