Il Pd ambientalista stende il tappeto rosso al sindaco plurindagato sostenitore del termovalorizzatore

Il Pd ambientalista stende il tappeto rosso al sindaco plurindagato sostenitore del termovalorizzatore

PASTORANO – “L’impianto di Salerno può partire domattina alle condizioni che ho appena detto”. L’impianto di cui si parla è il termovalorizzatore, l’anno era il 2010 e le dichiarazioni erano di Vincenzo De Luca, il sindaco-sceriffo di Salerno che dalle elezioni regionali del 2010 sostiene la costruzione di un inceneritore in Provincia di Salerno.

Cinque anni fa, dopo aver appoggiato per anni Bassolino e il bassolinismo, si presentò come candidato diversamente-bassoliniano contro l’attuale Presidente della Regione, Stefano Caldoro. Siccome la questione rifiuti era ancora al centro delle cronache giornalistiche, il buon De Luca si fiondò sull’affare termovalorizzatore. Altro che raccolta differenziata e ambientalismo, il futuro per il primo cittadino salernitano era l’incenerimento della spazzatura. Perfino dopo la sonante sconfitta, il sindaco-sceriffo metteva al primo posto la sua scelta, tanto da essere disposto perfino a ricorrere a capitali privati.

La sua ostinazione è stata minata soltanto dalla possibilità di farsi sottrarre la competenza sull’ecomostro. Quando qualche anno fa l’affare passò alla Provincia di Salerno, il sindaco iniziò a “cambiare idea” tanto da far approvare una variante urbanistica per impedire che l’impianto fosse costruito a Cupa Siglia, come previsto da tempo, trasformando quella zona da industriale a commerciale e artigianale. Successivamente cambiò nuovamente idea: lo scorso agosto ha fatto approvare l’ennesima delibera per mutare ancora la destinazione d’uso dei suoli e dare così il via libera alla costruzione dell’inceneritore.

I cambiamenti di rotta di De Luca, però, non hanno cancellato l’inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura della Repubblica di Salerno proprio sulla gara d’appalto per la realizzazione del termovalorizzatore. Il primo cittadino, all’epoca commissario straordinario, è accusato di peculato per aver conferito l’incarico di project manager al suo capostaff, Alberto Di Lorenzo. Inoltre, la gara d’appalto per l’inceneritore fu vinta dalla Ati, di cui la Rcm Costruzioni dei fratelli Rainone era capofila, gli stessi che ebbero pure l’appalto del Crescent, guarda caso, ma solo dopo che lo stesso fu revocato dal Comune a danno di Corrado Salustro, titolare della ditta Cogefer e vincitore in prima battuta dei diritti edificatori per quell’opera.

Nonostante le inchieste giudiziarie e la (quasi) inamovibile fede nell’impiantistica, domenica scorsa (28 dicembre) a Pastorano, il buon De Luca è stato accolto in pompa magna da dirigenti e amministratori del Partito Democratico dell’Agro caleno. Per intenderci, si tratta dello stuolo di ambientalisi griffati Dem che tuonano un giorno si e l’altro pure contro gassificatore, centrale a biomasse, cementificazione e il centrodestra degli indagati. Apparentemente sembrerebbe una contraddizione ma nel partito in cui si passa con estrema disinvoltura dal gattopardo di Bersani al selfie di Renzi, ormai tutto è possibile.

Red. Pol.

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