Il potere dei simboli in un dizionario a cura di Mircea Eliade e Ioan Petru Couliano

Il potere dei simboli in un dizionario a cura di Mircea Eliade e Ioan Petru Couliano

Mircea Eliade nel suo libro “Mefistofele e l’Androgine” spiega che i simboli possono rivelare una modalità del reale o una struttura del mondo che non sono evidenti sul piano dell’esperienza immediata. Per il celebre storico delle religioni, i simboli svelano il lato miracoloso e inesplicabile della vita e, allo stesso tempo, la dimensione sacramentale dell’esistenza umana; sono la rivelazione e la materializzazione di poteri impalpabili e metafisici. Tale potenza simbolica – con la decifrazione dei suoi significati – viene analizzata da Mircea Eliade e Ioan Petru Couliano nel “Dizionario dei simboli” (Jaca Book, 426 pagine, 35 Euro), un’opera che è frutto della lunghissima esperienza dei due studiosi rumeni nell’ambito della storia delle religioni e dei territori del sacro. Il dizionario raccoglie in ordine alfabetico dalla voce “acqua” a “voto e giuramento” le maggiori rappresentazioni della spiritualità umana di ogni tempo e luogo.
Mircea Eliade afferma di aver scoperto la potenza del simbolo quando, non ancora ventiduenne, nel 1928 riuscì ad ottenere una borsa di ricerca in India grazie all’intervento del maharajadi Kissimbazar, Manindra Chandra Nandy, per studiare presso il maestro Surendranath Dasgupta. Durante il suo soggiorno indiano Eliade apprese il sanscrito, la filosofia e la tradizione vedica e anche la pratica dello yoga. In India rimase profondamente affascinato da una scena di cui fu testimone all’interno di un’area sacra: alcune fanciulle di un villaggio del Bengala decoravano con fiori e veneravano un lingamovvero un fallo litico che simboleggiava l’epifania del dio Shiva. Il lingamrappresentava il mistero della vita, della creatività, della fertilità che si manifesta a tutti i livelli del cosmo. La scena diede all’allora giovanissimo studioso rumeno la possibilità di comprendere l’emozione religiosa che si produce grazie all’immagine e al simbolo, rivelandogli un mondo fatto di valori spirituali e di epifanie del sacro. L’incontro con la forza del simbolo in quanto rivelazione ed espressione del divino, da quel momento ha accompagnato Eliade in tutto il suo percorso costituendo uno delle suoi maggiori oggetti di indagine. Cammino che per molti aspetti condivise con il suo discepolo e amico Ioan Petru Couliano che solo in seguito si allontanò dal punto di vista e dalle tesi del maestro per seguire una propria strada di studi autonomi.
Nel “Dizionario dei simboli” le conoscenze e le ricerche di queste due importantissime figure di studiosi e di intellettuali conducono, come sottolinea lo storico delle religioni Jacques Vidal nell’introduzione al volume, alla scoperta del simbolo e del suo messaggio più profondo. Per Vidal tale esperienza tocca profondamente l’uomo, gli permette di aprirsi, di contrarre alleanze con il sacro, di scoprire il mistero e la contemplazione.
Questo potere sacrale del segno viene messo a nudo e spiegato con riferimenti teologici, mitologici e antropologici che forniscono elementi utili alla comprensione delle prerogative di cui è custode ogni simbolo. Il sacro, secondo Eliade, non è uno stato provvisorio dell’esperienza umana bensì una struttura della coscienza che spesso si manifesta proprio grazie al potere incarnato nell’epifania dei segni.
L’essere umano sin dalla sua comparsa sulla terra è stato un creatore di simboli, i quali costituiscono un ponte rispetto alle proprie origini, al cosmo e al destino. Le voci del “Dizionario” – selezionate dall’amplissimo repertorio in 17 volumi dell’“Enciclopedia delle Religioni”diretta da Eliade, con la collaborazione dei massimi esperti internazionali a cominciare dallo stesso Ioan Petru Couliano –  sottolineano l’emergere e il persistere di tale creatività non solo in circostanze solenni, ma soprattutto nelle osservazioni, nei gesti e negli oggetti quotidiani. Per secoli i simboli sono stati vissuti come portatori di un significato capace di sfondare gli orizzonti del limite umano per proiettarsi in una dimensione che si poneva come “altra”.
Anche gli oggetti più usuali e comuni quali una chiave, un tessuto, uno specchio, un gioiello o gesti come mangiare, dormire, offrire un dono, giocare, non sono aspetti scontati della nostra vita: nella storia dell’umanità essi sono la testimonianza di come la ricerca di un significato sia impressa nelle profondità del desiderio umano.
Il simbolo permette quindi di accedere alla conoscenza di questa struttura della coscienza, ogni segno è la trasposizione nella dimensione sensibile di potenze metafisiche ed eterne; conoscere il segreto del segno significa squarciare il velo dell’esperienza materiale e accedere alla dimensione in cui queste potenze dimorano.

Massimiliano Palmesano

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