CASAL DI PRINCIPE -E’ arrivata ad un punto decisivo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ribattezzata “il principe e la (scheda) ballerina”, per il quale rischiano il rinvio a giudizio sessantanove persone accusate a vario titolo di falso, corruzione e voto di scambio, il tutto aggravato dall’aggravante dell’articolo 7 della Legge Antimafia, per aver favorito il clan dei “casalesi”. Ieri mattina (19 luglio), nell’aula bunker del carcere di Poggioreale, le parti si sono ritrovate davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, Eduardo De Gregorio. L’accusa era sostenuta dai pm Henry John Woodcock e Antonello Ardituro (due dei quattro sostituti che hanno condotto l’inchiesta), mentre nel collegio difensivo – tra gli altri – erano presenti gli avvocati Gennaro Iannotti, Vincenzo Alesci, Lino Mascia e Mauro Iodice.
In sede di costituzione delle parti, hanno chiesto costituirsi in giudizio l’istituto Unicredit, coinvolto nello scandalo per il finanziamento – concesso e poi bloccato – finalizzato alla costruzione del centro commerciale “Il principe”, e l’associazione antiracket “Mo Basta”. Le richieste hanno trovato la ferma opposizione del collegio difensivo. Il Gup De Gregorio, sentite le parti, si è riservato di decidere sulle due costituzioni di parte civile. Per questo ha aggiornato l’udienza al 26 luglio, quando scioglierà ogni riserva sulle costituzioni in giudizio.
In quella sede accusa e difesa motiveranno le loro richieste sulla posizione degli imputati. Tra questi spiccano i nomi dell’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, l’ex sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, e l’ex consigliere provinciale, Sebastiano Ferraro, oltre a numerosi ex amministratori e funzionari del Comune di Casal di Principe.