PIGNATARO M. – Sarà una questione campanilistica o, più nobilmente, di raison d’etre per una comunità che sta perdendo le proprie radici e le proprie tradizioni – smarrite tra inettitudine e ruberie della classe dirigente -, ma c’è un gruppo variegato di cittadini a Pignataro Maggiore che non vuole farsi scippare quello che considera un simbolo quasi identitario come la “pizza figliata”.
Così, dopo che l’Amministrazione comunale di Camigliano ha cercato di promuovere in ogni sede (perfino presso istituzioni regionali) un prodotto tipico di cui non potrebbe vantare la paternità, la vera patria del dolce tipico fatto di noci e miele (il ‘nettare degli dei’ che secondo la mitologia poteva essere offerto soltanto agli immortali), il quartiere di Partignano, cerca di riaffermare un pezzo della propria tradizione.
Il prossimo 7 dicembre, infatti, alla meritoria manifestazione intitolata “Pizza Figliata al Borgo”, evento arrivato alla terza edizione grazie alla determinazione del locale comitato festeggiamenti (che ogni anno onora San Vito Martire e la Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù) e dell’associazione culturale “Arianova”, sarà affiancata la pubblicazione di un breve documentario sul dolce partignanese. Il video, di cui potete guardare il promo qui di seguito, è intitolato “Le voci nel cortile – Il rito della pizza figliata” e nasce da un’idea del giornalista Salvatore Minieri.
Insomma, lungi dal voler essere una antipatica rivalsa contro l’intraprendente Comune di Camigliano, questa battaglia culturale rappresenta il legittimo tentativo, insieme a eventi come quello del “Borgo dei cuntranommi”, di ritrovare una identità e delle radici da tempo smarrite, ponendo un argine alla disaffezione di gran parte della cittadinanza verso un territorio che ha una lunga storia e tante tradizioni.
Red.