Il romanzo storico di Verio Santoro, “Il santo e il guerriero” (Edizioni San Paolo, 400 pagine, 22 Euro), è il frutto di un’approfondita ricerca presso molte istituzioni scientifiche specializzate, tra cui l’Istituto Patristico Augustinianum e l’Istituto Storico sul Medio Evo di Roma. La trama: anno 724, Liutprando, re dei longobardi, decide di dare gloria al proprio regno promettendo ai suoi sudditi cristiani che farà trasportare il corpo di sant’Agostino da Cagliari a Pavia (dove oggi si trova, nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro). In Sardegna, infatti, la venerabile reliquia è esposta agli attacchi dei pirati saraceni provenienti dall’Africa; inoltre, il santo non deve cadere nelle mani dei nemici bizantini, rivali dei longobardi in Italia. Accanto a veri personaggi storici (Liutprando e il duca di Cividale Pemmone), nel romanzo agiscono gli uomini di fiducia del re, incaricati della traslazione: tre soldati longobardi provenienti dal Friuli (Herfemar, Droctulf, Alakis) e un monaco benedettino dell’abbazia di Bobbio (Anastasio). Insieme i quattro affrontano un viaggio avventuroso – attraverso monasteri, città abbandonate, taverne, tempeste di mare – e ricco di personaggi (briganti, ufficiali bizantini, marinai, pellegrini, mercanti): uomini e donne che affrontano con forza il loro destino. Si tratta di avventure in un Medioevo di ferro che solo il coraggio e la fede potevano rendere umano: “L’ordine di recarsi a Pavia aveva raggiunto Herfemar, gastaldo del re, mentre era impegnato a combattere contro un ultimo manipolo di banditi slavi…”.
L’autore del romanzo, Verio Santoro, dopo la laurea in Germanistica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha iniziato nel 1987 il Dottorato di ricerca in Filologia Germanica presso l’Università di Firenze. Durante gli anni di studio e specializzazione, ha studiato presso le Università di Francoforte, Lipsia e Berlino. Ha percorso la sua carriera accademica dapprima presso l’Università di Firenze come Ricercatore (1990), successivamente presso l’Università di Salerno come Professore Associato (1998) e dal 2004 come Professore Ordinario. Dal 2015 al 2020 è stato Presidente dell’Associazione Italiana di Filologia Germanica.
Red. Cro.