Il sufismo: un libro per comprendere la dimensione mistica dell’Islam

Il sufismo: un libro per comprendere la dimensione mistica dell’Islam

Il sufismo, o anche noto come tasawwuf, è la dimensione mistica dell’Islam e, negli ultimi anni, è stato argomento di numerosi saggi e studi che molte volte si sono concentrati sulle sfumature folkloriche e popolari che in tante parti del mondo islamico incarna. Il sufismo è però qualcosa di molto più profondo e complesso; e per scendere nel cuore della tradizione sufi è stato da poco ristampato “Mistica islamica” (Jaca Book, 368 pagine, 25 euro) di Georges Chehata Anawati e Louis Gardet, a cura di Francesco Alfonso Leccese.
Quando venne dato alle stampe per la prima volta nel lontano 1961 questo libro fu una vera e propria pietra miliare. All’epoca la critica storiografica sul sufismo era ancora relativamente poco sviluppata, a parte alcuni grandi autori come Louis Massignon, e non godeva della vasta circolazione libraria di cui si avvale attualmente. Il libro di Georges Chehata Anawati e Louis Gardetancora oggi costituisce, per alcuni aspetti, un testo di riferimento utile, che dà informazioni meditate e affronta la materia in modo non superficiale, quasi teoretico.
Lo studio sulle origini del sufismo è tuttora una questione controversa e sono tante le ipotesi che vengono illustrate in proposito, sia dal punto di vista strettamente storico sia da quello più marcatamente teologico: per alcuni vi erano sufi già tra i primi seguaci del profeta Maometto, per altri la nascita della via sufi viene fatta risalire all’incontro tra Islam e tradizioni spirituali dell’area indo-iranica. Il sufismo in ogni caso è un fenomeno strettamente legato alla tradizione religiosa islamica ed è tutto interno alla religione musulmana: tra i suoi precetti fondamentali vi è infatti il dhikr, cioè il ricordo del nome di Dio, un atto devozionale che avviene tramite la ripetizione di alcune formule. Tra esse il nome stesso di Allah e il tawhid, ovvero il concetto dell’unicità divina, attraverso la testimonianza di fede, chiamata shahada, con la formula araba “la ilaha illa Allah”, che significa che non vi è altra divinità all’infuori di Dio.
Proprio la dimensione ascetica e mistica, la predicazione della pace e del dialogo e la persistenza all’interno del sufismo di espressioni della religiosità e della tradizione popolare, ha reso il tasawwuf oggetto di attacchi negli ultimi anni da parte dell’integralismo salafita, fino ad arrivare ad alcuni attentati dinamitardi contro moschee sufi in paesi come il Pakistan.
Il testo di Georges Chehata Anawati e Louis Gardet, seppur oramai in molte parti emendato o arricchito dalla mole di studi contemporanei sul sufismo, resta un ottimo approccio alla mistica dell’Islam per quanti vogliano approfondire i tratti di questa affascinante e profonda dimensione della fede musulmana.

Massimiliano Palmesano

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