BELLONA – La vicenda Ilside continua a riservare colpi di scena. In queste ore, infatti, si è diffusa la notizia dell’avvio della procedura fallimentare della società, dato che era emerso già nelle scorse settimane da indiscrezioni provenienti dalla stampa provinciale. Al di là delle vicende giudiziarie che avranno modo e tempo per essere definite, resta in sospeso la questione bonifica. La Procura, infatti, aveva ordinato il dissequestro temporaneo dell’area in località Ferranzano per consentire le prime operazioni condotte da Ilside, ma se la società dovesse essere dichiarata fallita, con tempi che francamente ignoriamo, la patata bollente nelle mani di chi passerà? Tali dubbi sono stati espressi chiaramente dal Comitato cittadino Bellona/Triflisco che in queste ore ha diramato una nota:
Colpo di scena! Ci si accusa di allarmismo. Ci si accusa di diffidenza verso le Istituzioni. Oggi abbiamo avuto la conferma ufficiale: l’affaire Ilside rappresenta un vero e proprio rompicapo. La svolta nella vicenda è data da una recente notizia diffusa dai giornali: su ricorso della Procura presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere è stata avviata la procedura fallimentare a carico di Ilside. La settimana scorsa la stessa Procura aveva disposto un dissequestro temporaneo di 45 giorni, autorizzando la società a procedere alla messa in sicurezza sotto la vigilanza dei NOE. Le perplessità aumentano: è legittimo chiedersi come una società già in dissesto potrà fronteggiare i costi di una messa in sicurezza con una procedura concorsuale in atto. I cittadini ormai sono in balia della volontà imperscrutabile delle Istituzioni, che, lungi dall’adoperarsi per la definitiva risoluzione della vicenda, complicano sempre di più la situazione, giocando a rimpiattino. Non ci eravamo sbagliati. Il Comune avrebbe dovuto subentrare da subito nella gestione dell’emergenza. Invece si è preferito procrastinare, attendendo un intervento di Ilside, che ad tutt’ora tarda a concretizzarsi. Difatti, nonostante il dissequestro, ad oggi non risultano avviate le operazioni di messa in sicurezza. Questa nuova circostanza ci autorizza a chiedere nuovamente, a gran voce, la revoca delle autorizzazioni da parte della Regione. Non ci sono più scuse che reggano. Basta armistizi. Basta attendismi.
C.S.