Approfittiamo dell’occasione per rettificare il nostro comunicato dello scorso 8 agosto, nel quale si indicava un quantitativo di 12 tonnellate allontanate dall’area di stoccaggio. In realtà le tonnellate sarebbero circa 100, per cui, al momento, circa un terzo dei materiali non combusti sarebbe stato prelevato e avviato ai siti di smaltimento.

Questo, tuttavia, non ci rasserena né ci consente di allentare la presa. Il percorso verso la definitiva messa in sicurezza e lo smantellamento dell’impianto è ancora lungo e tortuoso. E giorno dopo giorno porteremo avanti la nostra missione di controllo popolare e di pressione verso tutte le figure istituzionali preposte alla risoluzione della vicenda.

È opportuno rammentare che, portata a termine la fase di rimozione dei rifiuti incombusti, toccherà alla Regione sostenere, con la messa a disposizione di apposito fondo di rotazione, i costi ulteriori per il risanamento del sito, che accoglie al suo interno oltre 4.000 tonnellate di rifiuti combusti.

La nostra lotta non si fermerà con il conseguimento dell’obiettivo della messa in sicurezza. Pretendiamo con forza che quell’area venga espropriata e sottoposta ad un’opera di profonda riqualificazione. Lo si deve alla comunità bellonese quale giusto ristoro per il disastro ambientale e la ferita infertale da chi sistematicamente specula sulle nostre vite e sulla nostra salute.

Pretendiamo che Ilside venga destinata a scopi di pubblica utilità e che da ecomostro si trasformi in un monumento perenne all’impegno civile, che sia da monito alle generazioni future e insegni loro che laddove la coscienza civile insorge e resiste non si passa.
Solo allora la nostra battaglia potrà dirsi vinta.

C.S.