PIGNATARO M./SPARANISE – È prevista per domani mattina (3 aprile) la conferenza dei servizi relativa all’impianto per il trattamento dei rifiuti organici che la Garden Srl, azienda legata al gruppo Sorbo, vorrebbe realizzare a Sparanise, nel perimetro della ex Pozzi.
Con le sue 60mila tonnellate annue di rifiuti trattati, rappresenta il più piccolo dei tre opifici per la produzione di ammendanti agricoli di cui altrettante aziende hanno avanzato proposta di realizzazione nell’Agro caleno.
Proprio in merito a quella che è stata ribattezzata l’“invasione di monnezza”, rappresentata dai tre progetti simili e poco distanti tra loro, numerose sono state le polemiche nei giorni scorsi.
In particolare, si sono schierati senza mezzi termini sul fronte del NO i comuni coinvolti e i movimenti sociali del territorio che hanno già indetto un corteo di protesta previsto per domenica 7 aprile a Pignataro Maggiore.
Rispetto alla conferenza dei servizi di domani in cui, lo ripetiamo, si discuterà dell’impianto della Garden Srl, ci si aspettano pareri negativi anche da parte di altri enti chiamati ad esprimersi, soprattutto per via della complicata situazione ambientale dell’area.
Risultano, infatti, ancora al palo le operazioni di bonifica della mega-discarica abusiva rinvenuta nella ex Pozzi, unica vera urgenza per un territorio martoriato e per la quale sono stati già stanziati fondi per un ammontare di 15 milioni di euro.
Intanto, il Comune di Sparanise, a nome del quale il Sindaco Salvatore Martiello aveva già inviato il 30 novembre scorso una nota indirizzata a diverse autorità a vario titolo coinvolte – tra cui il Ministero e la Regione Campania – e nella quale si evidenziava l’incongruenza tra le necessità della bonifica e la realizzazione dei tre impianti, ha nelle scorse ore inviato una richiesta di chiarimenti rispetto alla proprietà del terreno.
Nella missiva redatta dal Responsabile del settore tecnico, l’architetto Antonio Cerullo, si chiede alle autorità competenti che parteciperanno alla conferenza di accertare a chi fa capo la titolarità del terreno. In forza del regolamento dell’ASI, infatti, qualsiasi attività nella zona industriale può essere avviata solo se questo requisito sussiste. Nel caso specifico, si legge nella lettera, il terreno in oggetto risulta di proprietà della immobiliare Astecom srls e non assegnato alla Garden srl ma alla Romana Costruzioni Spa.
Un dettaglio questo di non poco conto in quanto potrebbe comportare, se la non titolarità della Garden srl dovesse emergere in via definitiva, lo stop all’impianto.
Teodosio Lepore (teodosio.lepore@gmail.com)