AGRO CALENO – Mercoledì scorso 21 novembre, ho ricevuto risposta del Ministero alla mia interrogazione n. 3-00266 nella quale chiedevo informazioni circa i 2 impianti che le società F.lli Gentile F&R s.r.l. ed Euthalia s.r.l. hanno intenzione di costruire nel Comune di Pignataro Maggiore (CE) e per i quali hanno già provveduto a richiedere relativa autorizzazione alla Regione Campania. L’impianto dei F.lli Gentile dovrebbe essere una piattaforma polifunzionale per la gestione di rifiuti pericolosi e non, mentre quello di Euthalia dovrebbe essere un impianto di compostaggio, che nel totale tratterebbero ben 437.812 tonnellate di rifiuti all’anno.
Quando il Ministero deve rispondere ad una interrogazione, ovviamente interpella l’ente territoriale competente soprattutto quando la competenza per legge spetta all’ente stesso, in questo caso la Regione Campania.
Trovo le informazioni date dalla Regione Campania siano davvero una presa in giro per tutti e ciò fa ben comprendere il motivo per cui il problema dei rifiuti in Campania non viene risolto ma anzi assume rilevanza e pericolosità sempre maggiore per i cittadini considerato l’aumento negli ultimi anni degli incendi a siti e piattaforme soprattutto privati che trattano rifiuti.
Ma andiamo per ordine, la Regione fa sapere che le procedure di autorizzazione sono in stato avanzato ma che “….sarà valutata l’eventuale incidenza ambientale, alla quale, peraltro, dovranno seguire le ulteriori procedure autorizzative.”
Ebbene mi chiedo allora se devono tener conto dell’incidenza ambientale, come mai non hanno già considerato che l’area dell’Agro Caleno, dove questi impianti dovrebbero essere realizzati, è già altamente compromessa e inquinata.
In questa area che comprende i comuni di Pignataro Maggiore, Sparanise e Calvi Risorta, sono presenti:
– un ex tabacchificio andato in fiamme a maggio 2017
– la discarica ex Pozzi-Ginori, sequestrata e dichiarata essere la più grande d’Europa
– la centrale Turbogas andata in fiamme ad agosto 2017
– impianto di stoccaggio rifiuti della Gesia anche questo andato in fiamme a settembre 2018
Ma non finisce qui, la Regione Campania e l’Arpac hanno riferito che le attività di monitoraggio dell’aria è disciplinata dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 683 del 23 dicembre 2014 in attuazione del D.Lgs 155/2010, peccato che non abbiano specificato che il d.lgs n.155/2010 prevede l’aggiornamento annualmente dei dati, aggiornamento che per la Regione Campania sarebbe fermo al 2014. In questo aggiornamento si dovrebbe e si potrebbe prevedere l’incremento delle centraline, il loro posizionamento e le azioni che dovrebbero essere messe in atto in base alle risultanze dei controlli ma tuttavia, la Regione Campania non lo ha fatto e non lo sta facendo.
Nulla poi è stato detto circa l’esito dello studio condotto dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Campania, richiesto e pagato dalla stessa Regione Campania, dal quale risulta che la provincia di Caserta si rivela essere quella più ad alto rischio ambientale e che ciò potrebbe essere dovuto alle attività industriali presenti sul territorio e alla gestione incontrollata ed illegale dei rifiuti.
Ho fatto presente al sottosegretario Gava e ai colleghi presenti che seppur la Costituzione al Titolo V dà la competenza della gestione dei rifiuti alle regioni, occorre trovare un meccanismo di controllo e di intervento qualora ci si trovi davanti a un comportamento sconsiderato della Regione come sta avvenendo in Campania.
Stiamo assistendo a una serie continua di incendi ad impianti, quasi sempre dolosi, che a mio avviso non solo vengono innescati per bruciare quantitativi di rifiuti non autorizzati ma anche per dirottare i rifiuti verso altri impianti o per creare emergenze. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che spesso queste società nascono la mattina per richiedere autorizzazioni la sera, che spesso dietro un nuovo nome di una società si celano vecchi imprenditori ben conosciuti dall’autorità giudiziarie sempre per illeciti sui rifiuti, capirete bene l’enorme responsabilità che si assumerà la Regione Campania se decidesse di rilasciare queste autorizzazioni.
Come detto direttamente all’ass. Bonavitacola durante l’incontro del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza convocato in seguito all’incendio dell’ S.t.i.r di santa Maria Capua Vetere, la regione Campania dovrebbe in questo momento bloccare tutte le autorizzazioni per nuovi impianti e concentrarsi a fare quello che fino ad adesso non ha fatto: controllare e verificare che tutti gli impianti esistenti, pubblici e privati, siano a norma, che funzionino bene, che non rappresentino pericolo per i cittadini e che possano dimostrare di avere una fideiussione esigibile subito e non come avvenuto per l’impianto Ilside di Bellona per il quale fra l’altro i cittadini a distanza di 15 mesi stanno ancora aspettando la messa in sicurezza e la bonifica.
Lo so noi le sappiamo tutte queste cose e le diciamo continuamente, ma se pensano di prenderci per stanchezza stanno sbagliando di grosso, noi continueremo a lottare per tutelare la nostra salute e a voler salvaguardare l’ambiente, e dove non riusciremo ad arrivare noi sono certa che prima o poi ci penserà la magistratura.
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