In occasione della festa di San Casto, nella cattedrale calena ritorna la storica “Scorta militare alle reliquie del Santo”

In occasione della festa di San Casto, nella cattedrale calena ritorna la storica “Scorta militare alle reliquie del Santo”

CALVI R. – Giovedì 22 maggio prossimo, in occasione della festa di San Casto, Patrono della Diocesi di Teano- Calvi e Protettore di Calvi Risorta, nella cattedrale calena ritorna la storica “Scorta militare alle reliquie del Santo”. Come cinquecento anno fa, ritorneranno i cavalieri, gli alabardieri, le donne, i menestrelli, i trombettieri e i portabandiera in costume medievale.
Una tradizione secolare (iniziata nel 1400 e sospesa nel 700), nata per ricordare un singolare furto. Lo storico Cerbone, nella sua “Vita del martire Casto”, pubblicata nel 1685, scrive che “Nicolò Monforte, signore di Pietra Melara, accorse in aiuto dei Calvesi per recuperare le sacre reliquie del loro protettore S. Casto dalle mani dei Sessani, i quali per la devozione che professavano al Santo, l’avevano trafugate dalla vecchia cattedrale. Da quel momento in poi, per ricordare l’episodio, si dispose che quei di Pietra Melara, avrebbero accompagnato le sacre reliquie di San Casto ogni anno il 22 maggio”. Anche quest’anno quindi, a Calvi Risorta, grazie al parroco della cattedrale don Antonio Santillo, come cinque secoli fa, ritornerà la storica Compagnia delle milizie per la scorta militare alle reliquie del santo. Unica differenza: i cavalieri, gli alabardieri, le dame e i figuranti in costumi d’epoca che accompagneranno le reliquie del santo non saranno di Pietramelara ma di Calvi Risorta. E terranno una suggestiva giostra con danze e musiche medievali che ci faranno rivivere un pezzo di storia calena. Il corteo sfilerà per le vie cittadine ed accompagnerà le reliquie del Santo in processione. Primo vescovo di Cales, S. Casto, fu decollato il 22 maggio 66 d. C. dal preside della Campania Messalino.(L’anno prima fu ucciso S. Pietro e l’anno dopo sarà ucciso S. Paolo). Secondo la tradizione il suo corpo rimase insepolto per 39 giorni, fino a quando, il 1 luglio, alcuni cristiani di Calvi non lo trasportarono da Sessa a Cales. Sulla sua sepoltura poi, nel 307 d.C., il Vescovo Calepodio, costruì la prima cattedrale calena che dal 1782 è stata completamente abbandonata tra le spine. Il corteo un tempo serviva proprio a questo: ad accompagnare la statua di S. Casto dalla cattedrale romanica dell’XI sec. all’antica basilica paleocristiana di “S. Casto Vecchio”, del IV sec. d. C., oggi completamente devastata e dimenticata.

C.S.

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