PIGNATARO M. – Cercando in internet abbiamo trovato questo contributo di Luigi Fassone Camogli che commenta un articolo del giornalista de “Il Giornale”, Massimiliano Lussana. Incredibilmente, ragionando su Genova e le donne, si parla anche di Pignataro e di “miss maglietta bagnata”:
Caro Lussana, anche se mi rendo conto che la Cronaca delle cose perdute in quel di Liguria ha poca attinenza con quelle perdute in Terra di Lavoro (luogo di vita di metà dei miei avi…), le invio lo stesso la seguente.Avvengono fatti sporadici e neppure molto importanti, che però fanno capire quando una discretamente lunga vita è quasi passata. Pignataro Maggiore (Ce), estati 1950 e 2012, stessa canicola (anche se nel 1950 non era accoppiata a Caligola…), stesso pomeridiano frinire di cicale, stesso notturno stridìo di grilli. Si direbbe che il tempo non passa mai. Invece… Nel 1950 tutte le donne andavano in giro coperte di panni scuri da capo a piedi, viso, collo e braccia inclusi, perché l’abbronzatura avrebbe denotato l’eventuale lavoro muliebre nei campi, insomma il bianco latte della pelle faceva «fino». Le lavoratrici dei campi a giornata appena aprivano bocca pronunciavano: Signuria lustrissima (vossignoria illustrissima). Oggi, estate 2012, per il secondo anno consecutivo il paese dei miei avi ospita una tappa di selezione del concorso Miss Maglietta Bagnata. Il calendario di questo «evento» così recita: «Le ragazze che volessero cimentarsi e giocare col proprio corpo con malizia ma senza volgarità possono iscriversi fino alle ore 18.00 del 19 agosto presso… eccetera». Le donne dell’Agro Caleno oggi aprono bocca soltanto per dare del tu a chicchessia. Caro Lussana, passa il tempo, eccome se passa…
Luigi Fassone Camogli