In un libro di Augustine Sedgewick la storia del caffè tra politica e geopolitica

In un libro di Augustine Sedgewick la storia del caffè tra politica e geopolitica

Il caffè è uno dei prodotti più preziosi e strategici dell’economia globale ed è la bevanda più popolare al mondo. Il libro di Augustine Sedgewick, “Coffeeland” (Einaudi, 488 pagine, 35 Euro, traduzione di Daria Cavallini), ricostruisce l’avventura sorprendente e drammatica delle sue trasformazioni imprenditoriali, sociali e culturali nell’arco di quattrocento anni. Sottotitolo del volume: “Storia di un impero che domina il mondo”. A giudizio di Sven Beckert, “dopo aver letto questo libro appassionato, non penserete più le stesse cose del vostro caffè mattutino”.
Augustine Sedgewick racconta una storia che pochi bevitori di caffè conoscono. Il cuore della vicenda si svolge sugli altopiani vulcanici di El Salvador, dove James Hill, originario dei bassifondi di Manchester, in Inghilterra, fondò una delle più grandi dinastie del caffè del mondo all’inizio del XX secolo. Trasferendo le innovazioni della rivoluzione industriale nell’agricoltura delle piantagioni, Hill trasformò l’intero territorio del Salvador nella monocoltura più intensiva della storia moderna, un luogo di straordinaria produttività, disuguaglianza e violenza. Seguendo i percorsi del caffè proveniente dalle piantagioni della famiglia Hill fino ai supermercati, le cucine e i luoghi di lavoro negli Stati Uniti, e nei bar di oggi, Sedgewick dimostra come il caffè abbia generato sia una grande ricchezza sia una forte povertà, unendo e allo stesso tempo dividendo il mondo moderno. In questo processo, El Salvador e gli Stati Uniti si sono guadagnati il soprannome di appunto di “Coffeeland”, ma per ragioni nettamente diverse e con conseguenze che arrivano fino ad oggi. Una straordinaria storia che offre una nuova prospettiva su come funziona il mondo globalizzato, facendoci riconsiderare cosa significhi essere collegati a persone e luoghi lontani attraverso oggetti e alimenti d’uso comune che fanno parte della nostra vita quotidiana. Questo libro, a giudizio di Michael Pollan, è “assolutamente avvincente. Le qualità letterarie e la prodigiosa ricerca dell’autore danno vita a un’esperienza di lettura profondamente appagante, costellata di sorprese”. Insomma, quando pensiamo di andare a prendere un semplice caffè al bar, ci ritroviamo – inconsapevolmente – nel bel mezzo di una questione squisitamente politica e geopolitica.
Augustine Sedgewick si è laureato ad Harvard e insegna alla City University of New York. Le sue ricerche su storia globale del cibo, lavoro e capitalismo hanno ricevuto borse di studio dall’American Council of Learned Societies, l’Andrew W. Mellon Foundation e il Project on Justice, Welfare, and Economics di Harvard e sono state pubblicate su “History of the Present”, “International Labor and Working-Class History” e “Labor”. Originario del Maine, Sedgewick vive a New York City.

Red. Cro.

Commenta con Facebook