In un manifesto fatto affiggere a Vitulazio le accuse gravissime di Russo all’Amministrazione

In un manifesto fatto affiggere a Vitulazio le accuse gravissime di Russo all’Amministrazione

VITULAZIO – Il primo maggio della politica vitulatina rischia di trasformarsi in uno scontro senza esclusione di colpi tra le parti. Il gruppo politico guidato dal consigliere comunale Raffaele Russo ha fatto affiggere per le strade del paese un durissimo manifesto contro l’Amministrazione comunale. Denunciando una cultura non in sintonia con i principi di libertà e democrazia del Paese (Russo parla di ‘cultura mafiosa’), il capogruppo consiliare, proprio nel giorno della Festa dei Lavoratori, accusa gli inquilini di via Lagnese di aver “sottomesso” una intera comunità in cambio di promesse lavorative che non si sono mai concretizzate. Dai presunti posti in una mensa ospedaliera ai lavoratori cimiteriali, fino agli Lsu, secondo l’avvocato Russo l’Amministrazione comunale avrebbe preso in giro i tanti “contendenti”. Il tutto mentre la stessa compagine di governo si occuperebbe soltanto degli interessi personali e familiari (tra la ripartizione degli assessorati in Giunta dopo la cacciata della Del Monte, e gli incarichi garantiti “anche ai consorti – scrive il capogruppo nel documento – di alcune amministratrici di continuare a tenere le mani nella marmellata”). Nella lunga filippica, Russo si scaglia anche contro un presunto “sistema ‘irregolare’ degli appalti” e la gestione dell’edilizia privata: “Questo è il paese – attacca il leader di Unità e Democrazia – dove, se ti rivolgi al tecnico giusto (sempre lo stesso), puoi costruire, condonare, lottizzare, ecc… e puoi anche conseguire benefici nel prossimo PUC (ex Piano Regolatore) a prezzi ragionevoli”. Il lungo manifesto si conclude con una promessa: “Noi a questo sistema non ci inchiniamo, anzi continueremo a contestarlo e combatterlo in ogni sede, a denunciare il malaffare e l’arroganza, mantenendo la schiena dritta e consapevoli di interpretare lo spirito di indignazione dei cittadini”.

Red. Pol.

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