PIGNATARO M. – L’eco della tangentopoli che ha colpito il Comune di Santa Maria Capua Vetere arriva – casualmente – anche in Comuni dove è stata “ingombrante” la presenza di Paolino Maddaloni, l’ex viceprefetto coinvolto nell’inchiesta “Normandia”, l’indagine che ha disvelato il coacervo di interessi tra la camorra, le istituzioni, i tecnici e la politica in provincia di Caserta (per la quale sono imputati anche Nicola Cosentino e l’ex prefetto Maria Elena Stasi). Maddaloni, prima sollevato dall’incarico di prefetto di Frosinone (dopo le imbarazzanti conversazioni telefoniche con l’ex sindaco di Casapesenna, Fortunato Zagaraia) e poi costretto a rifiutare la nuova destinazione di Lecco a causa delle proteste di trentatré sindaci, incidentalmente è finito anche nelle vicende sammaritane (non è indagato e, allo stato dei fatti, non pare essere coinvolto direttamente).
Nell’ambito di tale inchiesta, infatti, il pm Silvio Marco Guarriello ha riscontrato forti irregolarità nell’assegnazione di un appalto per il verde pubblico. L’imprenditore Gaetano Marrone, titolare della società che si aggiudicò la gara, secondo l’accusa avrebbe promesso una tangente di diecimila euro a Maurizio Mazzotti (ex responsabile dell’Utc di Santa Maria Capua Vetere) e a Filomena Zaccheo (altro dirigente dello stesso Comune). Di questa mazzetta, sempre secondo il sostituto procuratore, furono consegnati 2.500 euro nel 2007. Per questo sono stati iscritti nel registro degli indagati per concussione e turbativa d’asta in concorso, non solo Mazzotti e la Zaccheo, ma anche l’attuale responsabile dell’Utc, l’ingegner Ruberto, e Carlo De Rosa. Tutti e quattro facevano parte della commissione aggiudicatrice della gara d’appalto.
In tutta questa vicenda avrebbe un ruolo centrale Mazzotti e, proprio per questo, pare che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere avrebbe preso di mira la capacità di condizionamento che lo stesso ha sull’Ufficio tecnico comunale, anche oggi che dirige lo stesso ufficio al Comune di Caserta. Grazie a questi accertamenti, pare sia venuto fuori il nome di un Maddaloni, che non è Paolino ma suo figlio. Il dirigente – secondo indiscrezioni -, insieme all’attuale capo dell’Utc Ruberto e alla Zaccheo, avrebbero fatto assegnare un incarico al professionista figlio di “cotanto” genitore. Mazzotti, già coinvolto anche lui nell’inchiesta “Normandia” e che sarebbe diventato – da quello che si sente dire – responsabile dell’ufficio a Caserta grazie ai buoni auspici della triade Cosentino – Stasi – Maddaloni, secondo queste voci avrebbe dato una “manina” all’illustre figlio. Il diretto interessato smentisce la circostanza.
Se tale ipotesi fosse confermata, però, bisognerebbe parlare di una pratica alquanto diffusa. Per una congiuntura astrale molto rara, infatti, lo stesso figlio di Paolino Maddaloni ha lavorato – ovviamente in virtù delle sue riconosciute doti professionali – anche per il Comune di Pignataro Maggiore. Lo stesso, infatti, è stato progettista per opere pubbliche che non sarebbero mai state realizzate, grazie ad un incarico che gli è stato assegnato negli anni dell’Amministrazione Magliocca. In ogni caso, siamo sicuri che il figliuolo avrà portato in dote a Palazzo Scorpio le sue grandi capacità, così come fece a suo tempo l’illustre genitore.
Maddaloni padre è stato per due volte commissario prefettizio del Comune a seguito dei due scioglimenti del Consiglio comunale (il primo per infiltrazioni mafiose nel 2000, il secondo per dimissioni di nove consiglieri nel 2005). Negli anni della sua prima esperienza – quella successiva all’Amministrazione Palumbo, insieme con i funzionari Basilicata e Tarantino – arrivò – guarda caso – l’attuale responsabile dell’Utc, Girolamo Parente. Della sua seconda esperienza, invece, tutti ricordano l’incarico dato all’avvocato Del Vecchio, giusto a ridosso delle elezioni amministrative del 2006. L’ex viceprefetto, candidato alla carica di sindaco di Caserta con il centrodestra in quella tornata elettorale, ritenne opportuno gratificare l’esponente di una importante (elettoralmente parlando) famiglia locale che, per uno strano influsso astrale, sostenne in quella stessa campagna elettorale il candidato sindaco Giorgio Magliocca, anche lui di centrodestra e in stretti rapporti con Cosentino e la Stasi. Insomma, quando si parla di Maddaloni padre vengono fuori la Stasi e Cosentino, quando si parla di Maddaloni figlio saltano fuori i capi degli Utc casertani: non c’è che dire, i Maddaloni sanno sempre dove e con chi stare.
d.d.