Inchiesta sul Consorzio unico di bacino: ritorna d’attualità la International Security Srl nelle carte della Procura

Inchiesta sul Consorzio unico di bacino: ritorna d’attualità la International Security Srl nelle carte della Procura

VITULAZIO – Nella clamorosa inchiesta sull’ex Consorzio unico di bacino per la gestione dei rifiuti, condotta dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Cantiello, ritorna prepotentemente il nome della International Security srl. Secondo quanto già pubblicato da Caleno24ore (grazie ad una inchiesta giornalistica condotta da Alfredo Di Lettera e Gianni Criscione), la società di vigilanza non armata venne aperta il 15 luglio2009 aVitulazio da Antonio Ianneo da Maddaloni – all’epoca Amministratore unico della “Security Guard Srl” – insieme con il figlio che ne assunse la carica di amministratore unico.

Antonio Scialdone con la moglie Michela Pontillo

La International Security Srl ricevette un affidamento per i servizi di sorveglianza presso alcune discariche proprio dal Cub, pur non avendo –secondo la dottoressa Cantiello – “alcuna reale capacità operativa e senza necessità del servizio che andava ad effettuare”. Secondo il pm, infatti, la società degli Ianneo era stata incaricata dal Consorzio in virtù di una inesistente necessità e urgenza di occuparsi dell’attività “di vigilanza delle patrimonialità custodite nei siti, falsamente attestando le capacità tecniche di una neonata società”. Tale affidamento, che è stato svolto per undici mesi, era stato fatto nelle more dello svolgimento di una regolare gara d’appalto e impiegando complessivamente 35 lavoratori.

Nonostante tutto, però, secondo il sostituto “mancava il requisito dell’urgenza e con […] proroghe ed estensioni, fittiziamente frazionando il contratto, facevano falsamente apparire che il contratto avesse un importo inferiore alla cosiddetta soglia comunitaria, caso in cui, invece, sarebbe stata necessaria una procedura di evidenza pubblica”. Questo espediente, finalizzato – secondo i giudici – a dilatare il periodo dell’affidamento diretto e a rinviare sine die lo svolgimento della gara d’appalto, sarebbe costato più di quanto previsto: “Il costo reale del servizio, superiore anche a quello contrattuale, veniva documentato – asserisce il pm – dall’emissione di fatture per oltre un milione di euro, ricevendo, nel periodo compreso tra il mese di ottobre 2009 ed il mese di febbraio 2010, per il parziale pagamento di complessivi 415 mila 299,20 euro”.

Per questo aspetto dell’inchiesta sul Cub, sarebbero indagati, per falso ideologico e peculato, i due Ianneo, Enrico Parente e Antonio Scialdone, nella sua veste di Direttore Generale del Cub.

Red. Cro.

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