PIGNATARO M./SPARANISE – “Ci auguriamo che il 2017 sia un anno all’insegna della lotta all’inquinamento”. L’ottimismo che traspare in questa frase estrapolata dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo, sono ancora intrise del buonismo tipicamente natalizio. L’allarme smog che coinvolge anche piccoli comuni come Pignataro Maggiore e Sparanise, invece, dovrebbe suscitare una fortissima rabbia in una terra che, parallelamente agli sforamenti dei livelli di guardia dell’inquinamento dell’acqua, della terra e dell’aria; deve registrare anche i decessi per patologie tumorali di malati che sono sempre più giovani.
La notizia è quella che, grazie a Legambiente, si sta diffondendo rapidamente sugli organi di informazione nazionali e locali: grazie alla rielaborazione dei dati dell’Arpac, è venuto fuori che, nei primi due giorni del nuovo anno, molte città campane hanno raggiunto valori del Pm10 (le polveri sottili) anche tre volte superiori alla media. Il 2 gennaio 2017 i valori di 50 microgrammi per metrocubo di Pm10 sono stati superati – per quanto riguarda Terra di Lavoro – nei comuni di Caserta, Maddaloni, San Felice Cancello, Pignataro Maggiore e Sparanise.
Nel caso dei due paesi dell’Agro caleno, è facile immaginare che ci sia lo “zampino” delle emissioni che arrivano dalla zona industriale e dalla presenza di una discarica come quella dell’ex Pozzi, la quale, fino a poche settimane fa, immetteva nell’aria miasmi di ogni tipo per colpa delle ormai tristemente famose fumarole. Queste ultime venute fuori in un’area nella quale l’Arpac ha riscontrato la presenza di “rifiuti speciali pericolosi”.
Come ha ricordato in queste ore il giornalista e scrittore Salvatore Minieri, nei due paesi “caleni”, dove la conta dei malati per neoplasie di qualsiasi genere sta diventando esercizio quotidiano, la maggiore consapevolezza e sensibilità dei cittadini su tali tematiche non ha portato concretamente all’adozione di misure di prevenzione. Dal semplice rilevamento attraverso delle centraline fino alla bonifica delle discariche sul territorio – diventata nel caso dell’ex Pozzi mera promessa elettorale dei partiti di governo interessati al buon andamento del voto referendario – nessun provvedimento è stato preso seriamente in considerazione. Tuttavia, c’è poco da sperare in chi, non più tardi di pochi mesi fa, sbandierava la possibilità di nuovi posti di lavoro grazie alle centrali a biomasse.
Red. Cro.