CALVI R. – Il consigliere comunale Giovanni Marrocco replica alle accuse
dell’Amministrazione comunale sulla questione Fontana:
Sin dal 2016, e ancor di più
nell’ultima campagna elettorale, abbiamo assistito, da parte della “banda”
Lombardi, ad infondati e mirati attacchi, politici ma più spesso personali, nei
confronti dell’amministrazione Marrocco, rea di aver appaltato, nel pieno
rispetto del codice degli appalti e della normativa antimafia, i lavori di
ristrutturazione e completamento della rete idrica e del depuratore comunale ad
una ditta che, a distanza di 17 mesi dall’aggiudicazione, ha ricevuto una
interdittiva antimafia.
Tale interdittiva è stata
dapprima annullata dalla giustizia amministrativa di primo grado per essere poi
confermata, nei giorni scorsi, dal Consiglio di Stato.
L’attuale maggioranza ne ha
approfittato per pubblicare un comunicato con il quale, rigirando la frittata a
proprio uso e consumo, ha rinnovato una serie di accuse immotivate e fuori
luogo nei confronti dell’amministrazione Marrocco, cercando di infangarne
nuovamente l’operato e, soprattutto, di screditare il buon nome dei consiglieri
di maggioranza dell’epoca. È bene chiarire dunque come stanno i fatti, prima di
esprimere le dovute valutazioni al riguardo.
Con determinazione n. 360 del
13.05.2015, si provvedeva a dichiarare l’aggiudicazione definitiva dei lavori a
favore della ditta “Fontana Giovanbattista s.r.l.” e, in data 16.09.2015,
veniva sottoscritto il contratto di appalto.
In data 21.10.2015 venivano
consegnati i lavori e gli stessi, in data 30.12.2015, venivano sospesi in
quanto non vi era certezza di finanziamento, atteso che gli interventi, secondo
le indicazioni regionali, dovevano essere chiusi, quietanzati e rendicontati
entro il 31.12.2015.
Il 30.03.2016 cade
l’amministrazione Marrocco, a seguito dell’accoglimento del ricorso elettorale
proposto da Lombardi al Consiglio di Stato, e si insedia il commissario
prefettizio.
Con determinazione regionale n.
132 del 9 agosto 2016, i lavori vengono nuovamente finanziati, a valere sui
fondi POR 2014/2020, per € 1.917.630,71.
In data 20/10/2016 il comune
riceve dalla Prefettura di Caserta un provvedimento interdittivo antimafia nei
confronti della ditta “Fontana Giovanbattista s.r.l.”, ed il Commissario, con
deliberazione n. 47 del
25.10.2016, risolveva il contratto d’appalto, dando mandato al responsabile
tecnico di interpellare i soggetti che avevano partecipato all’originaria
procedura di gara, al fine di stipulare un nuovo contratto per l’affidamento
del completamento dei lavori.
Con sentenza del 7 giugno 2017 il
TAR della Campania ha annullato i provvedimenti interdittivi emessi dalla
Prefettura di Caserta a carico della ditta Fontana.
Con sentenza 758 del 24/01/2019,
il Consiglio di Stato riforma la precedente sentenza del TAR Campania e
conferma i provvedimenti interdittivi della Prefettura. Riassumendo:
NEL PIENO RISPETTO DELLE
PROCEDURE DI GARA, DEL CODICE DEI CONTRATTI E DELLA
NORMATIVA ANTIMAFIA,
L’AMMINISTRAZIONE MARROCCO È RIUSCITA AD AVVIARE I LAVORI
ENTRO IL TERMINE PERENTORIO DEL
31/12/2015, garantendo così che il comune non perdesse un
importante finanziamento da 3
milioni di €, rifinanziato dalla Regione per la tranche di completamento di
1.917.630,71 € ad agosto 2016. Se al nostro posto ci fosse già stata, invece,
la competente “banda”
Lombardi e se questa avesse
operato così come accusava noi di non aver fatto, cioè attendere una risposta
da parte della Prefettura, richiesta ma pervenuta solo ad ottobre 2016, a quest’ora
i 3 milioni di € per lo sviluppo infrastrutturale della nostra comunità
sarebbero andati in fumo;
dal 20/10/2016 ad oggi, con i
lavori rifinanziati già il 9 agosto 2016, non sono mai stati interpellati i
soggetti che avevano partecipato all’originaria procedura di gara, al fine di
stipulare un nuovo contratto per l’affidamento del completamento dei lavori;
●
sono due anni e mezzo dunque che,
a lavori rifinanziati, il Commissario prima e Lombardi poi, non hanno fatto
nulla per consentire la ripresa dei lavori, mettendo in sicurezza le strade,
nel frattempo sprofondate, e soprattutto completando un secondo depuratore che,
unitamente a quello già attivo, avrebbero consentito di servire tutta la
cittadinanza, garantendo sia la salvaguardia dell’ambiente che maggiori entrate
per il bilancio comunale, con la possibilità di ridurre le tariffe idriche,
aumentate nel frattempo del 55% (IVA compresa);
il Sindaco, per evitare le responsabilità
personali legate ai danni ambientali causati dalla mancata ripresa dei lavori e
dal completamento del depuratore (per sola inerzia politico-amministrativa),
emette l’ordinanza n. 75 del 18/12/2018 con la quale impone a tutta la
cittadinanza di dotarsi di fosse imhoff o a tecnologia equivalente (spendendo
almeno 1.000,00 €) e, a quelli residenti in
località Petrulo, di non
espletare più i propri bisogni fisiologici fino a
completamento del depuratore!!!
Definiti così i fatti, supportati
da documentazione probante, dobbiamo prendere atto degli intenti mistificatori
della “banda” Lombardi, la quale afferma che nel comunicato da me pubblicato
nel luglio del 2017, all’indomani della sentenza di annullamento
dell’interdittiva da parte del TAR, avrei fatto fatica a definire “famigerata”
una ditta che sarebbe stata in odore di camorra e che il buon nome di Fontana
non doveva essere infangato.
Le gravi affermazioni contenute
nel comunicato della maggioranza – che riporta frasi assenti nel mio comunicato
dell’epoca ma frutto soltanto di una personale interpretazione di infimo tenore
politico – saranno ovviamente inviate in Procura perché si accertino gli
eventuali reati di diffamazione e/o di calunnia.
Detto ciò, è sorprendente come
questa “banda” di mistificatori della verità ometta di riportare il seguente
passaggio chiave del mio comunicato del 2017: “QUELLO CHE DEVE ESSERE CHIARO,
PERÒ, È CHE al di là di una sentenza che ha smontato tanti falsi teoremi, NULLA
SAREBBE CAMBIATO ANCHE SE L’ESITO DEL GIUDIZIO FOSSE STATO DIFFERENTE: NEL
PIENO RISPETTO DELLE PROCEDURE DI GARA, DEL CODICE DEI CONTRATTI E DELLA
NORMATIVA ANTIMAFIA, INFATTI, L’AMMINISTRAZIONE MARROCCO È RIUSCITA AD AVVIARE
I LAVORI entro il termine perentorio del 31/12/2015, garantendo così che il
comune non perdesse un importante finanziamento da 3 milioni di €”.
Ed è proprio quello che è
successo ora: il Consiglio di Stato conferma i provvedimenti interdittivi nei
confronti della ditta “Fontana” (bene diciamo noi), ma resta il fatto che con
l’Amministrazione Marrocco sono state rispettate tutte le disposizioni in
materia di appalti e di normativa antimafia, salvaguardando un finanziamento da
3 milioni di €! Sfido Lombardi a dire il contrario, citando eventuali norme che
sarebbero state violate, invece di esprimersi per sciocchi slogan ad uso dei
suoi followers.
Vediamo, a questo punto, come i
suddetti signori, che dicono di ispirarsi e credere nei principi di “onestà,
competenza e trasparenza”, hanno gestito gli affidamenti di lavori, servizi e
forniture da giugno 2017 ad oggi.
Siamo indotti a pensare che molti
lavori di manutenzione vengano eseguiti dietro un ordine telefonico o verbale,
visto che all’Albo Pretorio non si trovano le relative obbligatorie determine
di affidamento e di impegno spesa (si vedano, ad esempio, i loro comunicati
facebook del 23/10/2018, del 6/11/2018, del 1/1/2019 e del 21/1/2019). I lavori
vengono eseguiti sovente dalle stesse ditte, senza alcuna rotazione degli
incarichi. In una di queste è titolare di una quota persino il cognato del
cognato del Sindaco, cosa quanto meno inopportuna.
Gli affidamenti per alcuni
servizi vengono artificiosamente frazionati (vedi il servizio di depurazione) e
ciò impedisce il ricorso alla Stazione
appaltante Unica della Provincia di Caserta. Altre volte non si ricorre alla
SAUP poiché viene erroneamente quantificato il valore dell’appalto, vogliamo
credere per una non scusabile ignoranza della normativa in materia, cioè per
incompetenza (si veda la gara per il servizio di tesoreria, nella quale non si
tiene conto della possibilità di proroga e degli interessi passivi per
anticipazione).
Il Sindaco ha affidato in via
diretta, senza alcuna gara ma con tre ordinanze sindacali consecutive, il
servizio di depurazione ad una ditta che, all’epoca, era già colpita da
informativa antimafia, caso di una gravità assoluta, mille volte più
censurabile dell’appalto aggiudicato, nel pieno rispetto delle norme, alla
ditta “Fontana”, di cui si riempie la bocca.
Strutture sportive vengono
gestite da società senza che i relativi atti di affidamento siano pubblicati
all’Albo Pretorio. Alcuni contratti sono scaduti senza che fossero nuovamente
appaltati, ma i servizi continuano ad essere resi, generando così debiti fuori
bilancio.
Fermo restando che sull’onestà delle
persone mai mi permetterò di sindacare (come invece insinua la maggioranza nei
propri beceri comunicati), fino a che non ci sia una sentenza definitiva che
dica il contrario, le modalità di attacco politico di Lombardi sono ad evidenza
mistificatrici e, per ciò stesso, disoneste.
Di sicuro, però, la “competenza”
e la “trasparenza” sono principi ispiratori che non vi appartengono affatto,
cari amministratori.
Il Consigliere comunale
Giovanni Marrocco