PIGNATARO M. – L’anno scorso, nel monastero di “Santa Croce”, le Clarisse dell’ordine monastico delle sorelle Povere di Santa Chiara, hanno scelto la loro nuova Madre badessa: suor Chiara Damiana.
Nata nel Ruanda, Suor Chiara è venuta in Italia sedici anni fa, in un monastero del Vaticano, istituito da papa Giovanni Paolo II. Qualche giorno fa alcune alunne della Scuola Media “Martone” l’hanno intervistata. Spiegano:”Siamo state accolte da Suor Chiara Rosaria dell’Eucaristia, che ci ha presentato la nuova Madre Badessa, Suor Chiara Damiana, 47 anni ed una bellezza ancora in fiore. Eravamo curiose di conoscere il mondo della clausura e così abbiamo conversato a lungo con lei. Le abbiamo chiesto: “A quanti anni ha deciso di diventare suore di clausura? A 20 anni; ai miei tempi a quell’età già si sapeva cosa si voleva. Qual era il vostro sogno prima di diventare suore? Di sogni ne avevamo molti: viaggiare e conoscere… il mio primo regalo fu un atlante. Quali sono le
attività della vostra giornata? Il lavoro e la preghiera. Chi non sa lavorare, impara a farlo. Ma l’attività principale è la preghiera che richiede tanto tempo ed impegno. Santa Chiara dice: “Lavorate senza dimenticare mai la preghiera”. In un convento poi, si impara a fare di tutto. Noi viviamo di ciò che ci dà la Provvidenza, ma abbiamo anche gli olivi e le api, facciamo piccoli lavo-
retti e le marmellate che diamo alle persone che ci aiutano: questo perché S. Chiara ci ha chiesto di vivere in povertà. Abbiamo una curiosità: sotto il velo, avete i capelli lunghi? Abbiamo i capelli cortissimi: è come lasciare un ornamento, come dare poca importanza alla bellezza che ne deriva; in velo poi è il sigillo della nostra consacrazione. Quale messaggio vi sentite di dare ai ragazzi in questo periodo di crisi? La prima cosa è sentirsi amati dal Signore, che ama in maniera unica ognuno di noi; dobbiamo perciò riconoscere di essere amati. Io sono convinta che la nostra
società è stata minata, da quando la legge ha iniziato ad approvare gli aborti. L’uomo. quando dimentica Dio, si autodistrugge”.
Paolo Mesolella