Intimidazione al comandante della Polizia Municipale Parente. Indagava su beni clan

Intimidazione al comandante della Polizia Municipale Parente. Indagava su beni clan

PIGNATARO M. – Il comandante della Polizia locale di Pignataro Maggiore, capitano Alberto Parente, in data 24 gennaio 2013, è stato oggetto di minacce camorristiche mentre si trovava nel suo ufficio che ha sede in via Ferdinando IV di Borbone, in un immobile confiscato al boss Raffaele Ligato. L’intimidazione è stata perpetrata personalmente dalla moglie del mammasantissima detenuto, Maria Giuseppa Lubrano (tra l’altro sorella del defunto capomafia Vincenzo Lubrano), accompagnata dalla figlia Felicia Ligato. Lo apprende “Pignataro Maggiore News” da fonte fiduciaria solitamente bene informata.

A scatenare l’avvertimento della famiglia Ligato – per di più ai danni di un ufficiale di polizia giudiziaria e in un palazzo confiscato alla cosca, quindi con enorme valenza simbolica ed intimidatrice – vi sarebbero degli accertamenti del comandante dei vigili urbani su un terreno che si trova in località Tuoro, quello che i nostri (pochi) lettori pignataresi ben conoscono, situato tra il gommista Romagnuolo e villa Turino. Terreno di proprietà della società “Aquarium” della famiglia Ligato, rimasto evidentemente nella disponibilità della potente e sanguinaria cosca; mentre non è dato sapere se tale terreno sia stato oggetto in passato di provvedimenti giudiziari e con quale esito. Sarebbe interessante appurare come hanno fatto gli esponenti del clan Ligato ad essere informati che il capitano Alberto Parente stava effettuando accertamenti per verificare la titolarità del terreno in questione per motivi riguardanti i suoi doveri d’ufficio. Una circostanza inquietante, quella della fuga di notizie. Chi è la “gola profonda” della camorra?

Sulla fuga di notizie, sulla intimidazione ai danni del capitano Alberto Parente e sulla titolarità del terreno, con gli interessi camorristico-mafiosi che vi incombono, di sicuro indagherà la Direzione distrettuale antimafia di Napoli che – immaginiamo – è stata immediatamente avvisata con una apposita informativa di reato a carico di Maria Giuseppa Lubrano signora Ligato, della figlia Felicia Ligato e di quanti altri a vario titolo eventualmente coinvolti. In alcuni atti relativi alla società “Aquarium” figura il nome di Marta Marcello, moglie di Pietro Ligato.

A Pignataro Maggiore, città tristemente nota come la “Svizzera dei clan”, può succedere di tutto. E ancora una volta un aspetto fondamentale della partita contro la camorra si gioca in materia di sequestro, confisca, acquisizione dei beni al patrimonio indisponibile del Comune e la conseguente loro utilizzazione a fini sociali. Sul terreno di località Tuoro (ci chiediamo: ma non doveva essere già sotto sequestro?), il clan Ligato fa la faccia feroce, la situazione è molto pericolosa. Chiediamo al sindaco Raimondo Cuccaro (e a tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza sia di opposizione, a cominciare dal presidente Ilaria Bovenzi) di convocare al più presto un Consiglio comunale aperto per discutere delle intimidazioni camorristiche, dei beni confiscati e delle iniziative per la loro valorizzazione sul piano della concretezza economica e sociale e della loro essenza simbolica.

Rassegna stampa

articolo di Rosa Parchi

da pignataronews.myblog.it

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