VITULAZIO – A seguito dell’udienza preliminare del 7 maggio scorso il Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il dott. Sergio Enea, ha disposto il rinvio a giudizio per il Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale di Vitulazio, l’Arch. Lidia Callone e per l’imprenditore Michele Sepe.
Il processo avrà inizio il 18 settembre prossimo e si celebrerà dinanzi alla Seconda Sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed i capi di imputazione vanno dal falso ideologico all’abuso d’ufficio alla realizzazione di opere eseguite in assenza di autorizzazione su beni paesaggisticamente vincolati.
La regione Campania in persona del Presiente, l’Onorevole Stefano Caldoro, si è costituita parte civile nel procedimento mediante l’Avvocato Elisabetta Balletta dell’Avvocatura regionale. Anche Legambiente Campania si è costituita parte civile, e lo stesso hanno inteso vare svariati sodalizi impegnati nel settore della tutela del paesaggio e dell’ambiente, riuniti sotto la sigla del “Forum Assiciazioni Ambientaliste”. Legambiente Campania e il Forum delle Associazioni Ambientaliste sono rappresentate dall’Avvocato Maurizio Montalto di Napoli. Anche il Movimento Civico “Uniti per Vitulazio”, presieduto dal Dr. Giovanni Di Lillo e rappresentato in giudizio dall’Avvocato Fabio Candalino del Foro di S. Maria C. V. è stato ammesso dal Giudice a costituirsi parte civile. L’arch. Lidia Callone è rappresentata dall’Avvocato Luigi Corsiero del Foro di S. Maria C. V. mentre l’imprenditore Sepe dall’Avvocato Alfonso Furgiuele del Foro di Napoli.
In tal modo si apre un nuovo scenario processuale, ben diverso da quello che tre anni prima aveva visto una senternza di altro Giudice prosciogliere gli imputati. Quella sentenza venne impugnata dal Pubblico Ministero Silvio Marco Guiarriello, a seguito anche di apposita istanza del Movimento Civico “Uniti per Vitulazio”. La Cassazione ebbe ad accogliere il ricorso del Pubblico Ministero, disponendo che si celebrasse nuovamente l’udienza preliminare. Dopo taluni rinvii, che peraltro hanno consentito ad altre associazioni ambientaliste di interessarsi alla vicenda e di intervenire quali parti civili, il 7 maggio il nuovo GUP Sergio Enea dopo aver ritenuto pienamente legittime le costituzioni di parte civile di tutte le associazioni interenute, ha emesso il decreto che dispone il giudizio nei confronti dei due imputati.
La vicenda riguarga l’imprenditore Michele Sepe, titolare della Società “Sepem” di Afragola, proprietario di circa 140.000 metri quadrati di terreno industriale sito in Località Cappelluce di Vitulazio che aveva intubato, con opere in cemento armato, circa 170 metri del corso d’acqua denominato “Rio Maltempo” e l’Architetto Callone che aveva autorizzato l’opera malgrado vi fossero dei vincoli paesaggistici e ambientali. In tale area dovevano essere realizzate delle strade ad appannaggio di alcune iniziative imprenditoriali come un Centro Commerciale e con i proprietari dei terreni in questione che, già dal lontano 2005, si battevano per ricevere dal Comune di Vitulazio delle varianti al Piano Regolatore Generale al fine realizzarvi varianti al Piano Regolatore Generale della Zona Territoriale D2 destinata all’insediamento di attività produttive con integrazioni commerciali, turistico, ricettive e direzionali. Tali fatti furono denunciati alla Procura dall’ex Consigliere Comunale, il dott. Franco Antonio Criscione e dal Presidente del Movimento Civico “Uniti per Vitulazio”, il dott. Giovanni Di Lillo, peraltro sostenuti in questa campagna ambientalista, anche attraverso un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, da diversi Movimento ed Associazioni, tra cui il WWF Campania, Italia Nostra, Fondazione Don Peppe Diana, ecc.. Una vicenda che da una parte vedeva i due denunciati che sostenevano illegittimità dell’autorizzazione rilasciata dal Comune di Vitulazio e di conseguenza l’impossibilità alla copertura del corso d’acqua, denominato “Rio Maltempo” e dell’altra parte il Tecnico del Comune ed il noto imprenditore napoletano, i quali, sostengono che era possibile provvedere alla copertura del detto corso d’acqua a mezzo di intubazione, in quanto, a loro dire, lo stesso non era soggetto ad alcun vincolo. In tutto ciò, tra grossi interessi imprenditoriali e politici, a voler vederci chiaro fu il dott. Silvio Marco Guarriello, Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, delegato a seguire le indagini che erano condotte direttamente dai Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta. Difatti, per la Procura Sammaritana, la condotta messa in atto dal Tecnico Comunale e dall’imprenditore Sepe, noto per la sua parentela con l’allora Governatore della Regione Campania, l’On. le Antonio Bassolino, non era legale e quindi diede seguito alle denunce presentate da Criscione e Di Lillo, che avevano posto in essere una serie di battaglie popolari e giudiziarie al fine di imprendere una speculazione edilizia che avrebbe portato allo stravolgimento di un assetto territoriale con pericoli e danni per tutto il territorio vitulatino. Infatti, il Pubblico Ministero, dott. Guarriello, ordinava il sequestro dell’area incriminata di circa 140.000 metri quadrati di proprietà della Sepem di Michele Sepe, con sede in Cardito e della Sud.Com S.r.l., con sede in Afragola, società interessate alla costruzione del centro commerciale in località Cappellucce a Vitulazio. I Carabinieri di Caserta, oltre a sequestrare il cantiere, notificavano gli avvisi di garanzia nei confronti di Callone e Sepe, poiché la realizzazione del Centro Commerciale e delle rispettive infrastrutture, violava la legge a protezione del corso d’acqua posto sotto la tutela paesaggistica.