CALVI R. – I consiglieri Marrocco e Cipro, evidenziano incongruenze sulle modalità di gestione del finanziamento e sulla dislocazione delle telecamere sul territorio caleno. “Con delibera della Giunta Comunale n.39, del 14 agosto del 2009, fu approvato un progetto esecutivo per la realizzazione di un impianto di video-sorveglianza con l’obiettivo di migliorare il senso civico e tutelare le strutture pubbliche da atti vandalici. Successivamente, con decreto del 2 dicembre 2009, il Ministero dell’Interno approvò la graduatoria dei progetti presentati, assegnando al Comune di Calvi Risorta un finanziamento di 280.000 euro. L’amministrazione poteva ritenersi soddisfatta e avviare i lavori. E oggi, a poco più di 3 anni e mezzo,(che solerzia!), Calvi Risorta è “sotto controllo” con l’istallazione di un speed dome e 28 telecamere, posizionate negli spazi pubblici più frequentati, come i bivi del paese, le aree dinanzi alle scuole, il cimitero e le piazze. All’insostituibile lavoro delle forze dell’ordine, è stato affiancato un sostegno tecnologico che potrà rivelarsi utile in diverse occasioni: i cittadini di Calvi Risorta possono finalmente “dormire sonni tranquilli”. Tanti però i lati oscuri della vicenda”, continuano i consiglieri. “Il Comune anche nella progettazione è stato carente, c’è infatti una determina dell’Ufficio Tecnico, n. 346 del 29/6/2012 da cui risulta la restituzione al Ministero degli Interni di 27.825,21 euro inutilizzati. Sì, avete capito bene, soldi non totalmente spesi! E’ mai possibile? Perché questa inottemperanza? Non si potevano prevedere ulteriori impianti? Ma non finisce qui! La perplessità maggiore è nel constatare che rimane esclusa dalla video-sorveglianza la “roccaforte comunale”, per quale incomprensibile motivo? Il Municipio, edificio pubblico frequentato da persone di varia estrazione sociale, alla mercé di tutti, è la struttura più a rischio di atti vandalici, il dubbio è lecito, che abbia avuto il Sindaco il buon senso di rispettare la privacy dei frequentatori?”
Luciana Antinolfi