BELLONA – Sono ormai sei anni che periodicamente raggiunge l’Agro caleno per denunciare le speculazioni e gli attacchi portati all’ambiente e alla salute pubblica, tanto da essersi guadagnato la cittadinanza onoraria di Pignataro Maggiore. Conosce bene i problemi e le battaglie che hanno attraversato questo territorio. Per questo quando prende la parola Antonio Marfella, il silenzio e un’aura di sacralità cala sulla platea, come una sorta di tributo allo scienziato impegnato che si “sporca” le mani tra i manifestanti.
Quest’aria si è respirata anche nella sala parrocchiale San Secondino a Bellona, dove ieri pomeriggio (24 novembre) si è svolto l’incontro sulla Terra dei Fuochi – organizzato dal movimento Speranza per Bellona – alla presenza (oltre dell’oncologo napoletano) del sindaco Vincenzo Cenname, dell’ex sindacalista Pasquale Iorio e del prete don Carlo Iadicicco. Marfella ha messo in guardia, dati alla mano, su quello che è il vero pericolo per la regione Campania e che sottolinea almeno dal 2007: i rifiuti industriali.
Grazie all’evasione delle tasse sullo smaltimento dei rifiuti da parte dei privati e alla mancata adozione totale della strategia “Rifiuti Zero”, a detta del medico, è possibile celare dietro i rifiuti urbani, una quantità considerevole di scarti industriali. In questo modo la camorra, grazie alla miopia o alla collusione di parte delle istituzioni, ha seppellito tonnellate di rifiuti nel sottosuolo. “Secondo le stime – ha detto Marfella – i rifiuti che sono stati interrati sotto i nostri piedi potrebbero coprire un’area di150 chilometriquadrati. Considerando che la città di Napoli ne copre 110, stiamo parlando di una zona che va ben oltre i confini del capoluogo”.
L’oncologo ha proposto di recintare i terreni inquinati e di non utilizzarli per le colture alimentari, renderli no food e capire in che modo possono essere coltivati senza nuocere alla salute pubblica. Una delle proposte lanciate ieri sera e condivisa da tutti i presenti, è stata quella di ritornare alla produzione della canapa, da utilizzare soltanto per un certo tipo di attività, non rischiose per la popolazione.
Dopo una lunga riflessione, sciorinando dati e fatti documentati, Marfella in conclusione ha riservato un giudizio anche su quanto accade all’uscita dell’autostrada di Capua: “Quei camion che partono ogni giorno a centinaia dalle logistiche che si vedono a poca distanza dal casello autostradale, secondo voi che cosa trasportano? Secondo voi è un caso la presenza di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali e di percolato nella stessa area?”.
Insomma, tra esortazioni e provocazioni, ancora una volta il medico napoletano ha realizzato un quadro di quella che è la realtà nelle nostre zone, facendo trasparire tanta rabbia per quello che viene fatto alla salute delle comunità (i dati sulle fasce di età colpite da patologie tumorali e neoplasie, fanno accapponare la pelle), ma anche la speranza per delle soluzioni che forse non rendono tutto totalmente irrecuperabile.
Red. cro.