PIGNATARO MAGGIORE – La storia di Pignataro Maggiore non è caratterizzata soltanto dal dominio delle forze conservatrici (dai liberali del Regno alla Democrazia Cristiana in età repubblicana) e del loro umanitarismo filantropico, ma anche di lotte sociali e di esperienze di mutualismo, soprattutto grazie a forze radicali di fine ‘800 come l’“Estrema Sinistra Storica”. Questo gruppo fu fondato da Agostino Bertani il 26 maggio1877 e traeva spunto dagli ideali del filone più laico, democratico e repubblicano del Risorgimento italiano (quello mazziniano e garibaldino, ma con riferimenti propri al pensiero e all’azione di Carlo Cattaneo e di Carlo Pisacane). Un movimento che si raccolse intorno al “Il Gazzettino rosa” e che annoverava tra i propri esponenti personaggi dichiaratamente antigovernativi, come Antonio Billia e Felice Cavallotti.
Il primo programma organico dell’Estrema Sinistra Storica fu scritto nel novembre 1872 e approvato al Congresso di Roma (indetto per iniziativa di Giuseppe Garibaldi). I punti fondamentali del programma erano: il suffragio universale; la libertà di coscienza; l’istruzione laica gratuita e obbligatoria; l’autonomia amministrativa e il decentramento; l’imposta unica e progressiva; l’abolizione della tassa sul macinato, sul sale e sul dazio; l’abolizione della pena di morte e il dissodamento delle terre incolte. Nacque così il congresso democratico del 13 maggio1890, dove parteciparono ai lavori quattrocentocinquanta associazioni, la corrente radicale del partito, Bovio per i repubblicani e Costa per i socialisti. Il documento finale approvato passerà alla storia come il Patto di Roma. Tra i punti del Patto di Roma c’era: la rivendicazione del diritto di riunione e di associazione; il largo sviluppo delle autonomie locale; l’indipendenza della magistratura dal potere politico; lo sviluppo della cooperazione e del credito cooperativo. Proprio quest’ultimo punto sta molto a cuore ai radicali poiché, in quegli anni, vanno creandosi numerose società di mutuo soccorso e molte tra queste saranno gestite sia da socialisti che proprio dai radicali storici.
Molte società di mutuo soccorso nacquero anche in Campania, dove il movimento radicale assunse carattere di massa e, in determinati periodi, diventò l’alone portante dell’intero movimento operaio soprattutto nel momento in cui si fece carente l’azione mazziniana e scomparve quasi del tutto la presenza dei socialisti. Un mutualismo che riuscì a liberarsi dell’umanitarismo filantropico per abbracciare la fede della lotta sociale per una gestione democratica del potere amministrativo e pubblico. Contemporaneamente, grazie alle società di mutuo soccorso campane, nacquero anche molti periodici di tendenza radicale come “La Campania Libera”, “L’Aurora” di Teano, “La Striglia”di Minturno, “La Vedetta” di Capua, “La Verità” di Maddaloni e “La Libertà” di Marcianise. Grazie al radicalismo storico le società di mutuo soccorso assunsero quella portata innovativa non semplicemente assistenzialista, caratterizzata da una vivacità culturale e politica che farà del mutualismo una delle forze più innovatrici della classe operaia italiana.
Una delle figure più interessanti dei radicali campani è Bartolomeo Scorpio. Studente pignatarese dell’ateneo “Mazzocchi” di Santa Maria Capua Vetere, a 17 anni (nel 1874) fondò il “Consorzio Giovanile Garibaldino” e a 19 anni aderì al Partito Radicale Italiano. Scorpio, già consigliere comunale a Pignataro Maggiore nel 1881, maturò una importante esperienza con la costituzione della società di mutuo soccorso “Amore e Libertà” e la collaborazione con i giornali “Il Ribelle”, “La Bandiera” e “Giordano Bruno”. La formazione negli ambienti radicali campani sicuramente influirono sulla scelta di fondare a Pignataro la società operaria “Libertà e Lavoro” (1882). Essa nacque con le caratteristiche del mutuo soccorso per “tutelare e sviluppare il lavoro, istruire civilmente l’operario, tutelarne e proteggerne i diritti”. Con il tempo la società si sviluppò, trovando numerose adesioni e dividendosi nell’ordine di agricoltori-proprietari, contadini-braccianti, falegnami, fabbriferrai, piccoli commercianti, sarti-calzolai-cappellai, grossisti e muratori, vi era una rata mensile da versare e un sussidio corrisposto in caso di difficoltà e ben presto la società raggiunse i quasi mille soci.
Dopo aver partecipato alla fondazione della Federazione Repubblicana ed essersi laureato in giurisprudenza, nel 1883 Scorpio portò circa 700 operari della società pignatarese al Comizio per il suffragio amministrativo a Capua, dove tenne un discorso alla presenza di Giovanni Bobbio. Nel 1887 partecipò ufficialmente alla festa organizzata a Nola in onore di Giordano Bruno, andando incontro a non pochi fastidi. Eletto sindaco di Pignataro Maggiore, in un ambiente storicamente conservatore, Scorpio sostenne con forza la sua tendenza anticlericale e, all’interno delle società di mutuo soccorso, si fece portavoce di quella lotta politica proprio dei radicali storici contro l’umanitarismo della filantropia borghese. Oggi la sua tomba si trova a Pietravairano (sui beni della famiglia De Scorpio), dove – come ordinato dallo storico radicale – non mancano mai cinque garofani rossi.
Davide De Stavola
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