PIGNATARO M. – Niente da fare, nessuno parla. Un silenzio di tomba impera nel drammatico contesto mafioso in cui si sta mettendo mano al Puc (Piano urbanistico comunale, ex piano regolatore) di Pignataro Maggiore. Anche nel corso della recente seduta del Consiglio comunale del 20 ottobre 2015, presente la sola maggioranza (allargata), infatti, nessuno degli esponenti politici locali ha osato dire una parola – per esempio – sulla inquietante presenza dei boss Giuseppe e Gaetano Lubrano alla riunione in materia di Puc del 28 settembre 2015 tenutasi nell’aula consiliare del Comune (Polo civico “Franco Imposimato”, bene confiscato alla camorra, ex proprietà del mammasantissima Raffaele Ligato). Quella presenza è stata pure una provocazione e una profanazione (non solo una pressione per il Piano urbanistico comunale) perché i fratelli Giuseppe e Gaetano Lubrano sono i figli del defunto capomafia “don” Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo – insieme con il cassiere di “Cosa nostra” a Roma, Pippo Calò – proprio per l’omicidio di Franco Imposimato. Gli esponenti della maggioranza non hanno parlato, benché presenti, della questione Puc-mafia; quelli della minoranza erano addirittura assenti alla seduta consiliare, ma non si sono fatti sentire nemmeno con un comunicato stampa. Il mondo politico pignatarese è attanagliato, nella sua interezza, o dalla paura o dall’omertà.
Le due pubbliche riunioni indette dal sindaco Raimondo Cuccaro per discutere del preliminare del Puc il 18 e il 28 settembre 2015 si sono svolte in uno scenario di spaventoso condizionamento mafioso, come riferito anche in tre articoli pubblicati sul blog di giornalismo investigativo “Pignataro Maggiore News”, nelle date del 24 e del 28 settembre 2015 e del 6 ottobre 2015, rispettivamente con i titoli:
Ha quindi trovato puntuale e scontata conferma l’allarme lanciato dal giornalista Enzo Palmesano (vittima di reato di tipo mafioso) con la nota protocollata pure al Comune di Pignataro Maggiore il 24 febbraio 2015. Denuncia alla quale il sindaco aveva risposto in maniera tale da far sospettare una irresponsabile sottovalutazione dell’allarme mafia a Pignataro Maggiore. La situazione, come appena sintetizzato in questo articolo, è gravissima. La Prefettura di Caserta, a questo punto, dovrebbe – a nostro avviso – valutare se esistano le condizioni per nominare una commissione d’accesso a carico dell’Amministrazione comunale di Pignataro Maggiore e quindi procedere allo scioglimento del Consiglio comunale, il cui silenzio in merito al “caso Puc-mafia” e alla profanazione del Polo civico “Franco Imposimato” perpetrata dai fratelli Lubrano è sintomo di una situazione politico-amministrativa ormai fuori controllo e pesantemente condizionata (per paura o per omertà) dallo strapotere della potente e sanguinaria cosca mafiosa che tiene in pugno Pignataro Maggiore, famigerata città conosciuta quale “Svizzera dei clan”.
Rassegna Stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it