CASERTA – Agli scandali nella Pubblica Amministrazione non c’è mai fine: questa volta è il turno delle Asl di Caserta. Questa mattina, infatti, sono stati notificati dei provvedimenti giudiziari ai danni di tredici persone nell’ambito di una inchiesta sugli appalti alle Asl di Caserta, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica di Napoli. Le misure cautelari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta dei sostituti della Dda, Luigi Landolfi e Giovanni Conzo, riguardano, tra gli altri, il Consigliere regionale Angelo Polverino, Lazzaro Luce, Francesco Bottino, Giuseppe Gasparin, Giuseppe Grillo, Antonio Pascarella, Antonio Rinaldi, Pasquale De Feudis , Angelo Grillo e Roberto Grillo. Tutti gli indagati sarebbero accusati, a vario titolo, di turbativa d’asta con l’aggravante dell’articolo 7 della legge Antimafia, concorso esterno in associazione mafiosa e concussione. L’inchiesta riguarda un appalto da 26 milioni assegnato con affidamento diretto a ditte vicine al clan dei Casalesi e al clan Belforte di Marcianise.

Il nome più in vista è quello di Polverino, funzionario dell’Asl dal 1982 e politico di lungo corso, con vari incarichi da Consigliere comunale, assessore e anche vicesindaco della città di Caserta. Oggi siede tra i banchi di Palazzo Santa Lucia e fa parte della prima (Affari istituzionali – Amministrazione Civile, Rapporti internazionali, Autonomie e piccoli comuni, Affari Generali, Sicurezza delle città, Risorse umane, Ordinamento della Regione) e della Quarta (Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti) commissione regionale.

Red. cro.