AGRO CALENO – Dopo venti anni di difesa del territorio contro la volontà delle classi dirigenti di imporre la costruzione di ecomostri, è veramente rassicurante notare l’immediata mobilitazione delle comunità dell’Agro Caleno, su temi riguardanti la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. La misura di questa diffusa sensibilità tra i cittadini, è data anche dalla preoccupazione che si respira nel teatrino della politica locale, in merito al dibattito sulla installazione di una centrale a biomasse a Calvi Risorta. Tutti gli attori istituzionali e non (fuorché Caparco e la sua maggioranza consiliare), sono impegnati a non farsi superare a destra o a sinistra.
Nel paese che dovrebbe ospitare la struttura della famiglia Iavazzi, la composita opposizione (compresi gli ex componenti della Giunta, Marrocco e Cipro) si è compattata contro l’ennesimo progetto di sfruttamento malsano del territorio. Perfino l’ex primo cittadino Zacchia che, pur avendo manifestato contro la discarica provinciale dei rifiuti a Torre dell’Ortello, ha brindato all’inaugurazione della centrale a turbogas di Sparanise, si è schierato contro i “caparchiani”.
La dialettica politica spranisana sul tema ha assunto ancora di più caratteri paradossali. I due massimi sostenitori della centrale a turbogas, gli ex sindaci (oggi entrambi consiglieri comunali di minoranza) Antonio Merola e Salvatore Piccolo, si sono precipitati a manifestare la loro contrarietà all’ecomostro degli Iavazzi, facendo fronte comune con gli esponenti politici che erano contrari anche alla struttura della Calenia Energia. Una parte di quel fronte istituzionale del No (l’ex opposizione alle maggioranze di centrodestra) e che oggi amministra Sparanise, sorpresa da questo rapido ravvedimento del duo Merola-Piccolo, ci ha tenuto – a scanso di equivoci – a far sapere, tramite il proprio addetto stampa (ex alleato di Merola ed ex sostenitore della centrale a turbogas), che la maggioranza è contraria all’inceneritore caleno.
Da Pignataro e da Camigliano arriva la contrarietà all’impianto della holding casertana, mentre a Pastorano maggioranza e opposizione, forse ancora disorientate dalla vicenda, ancora non hanno “battuto un colpo”. Insomma, nel balletto dei politici, il gruppo che si è schierato a difesa del territorio e dei cittadini – fortunatamente – diventa sempre più nutrito e composito. Gli unici a restare fermi sulle proprie convinzioni sono Caparco e i suoi. Il “caparchismo” che tanti grattacapi aveva dato all’ex (poco) onorevole Nicola Cosentino ai tempi della costruzione della “centrale dell’inciucio”, ha ceduto al “fascino imprenditoriale” degli Iavazzi. Tuttavia, se Caparco facesse mente locale sul destino dei sostenitori istituzionali degli ecomostri – almeno nella storia recente -, probabilmente rifletterebbe meglio sulla vicenda.
da http://davidedestavolanews.myblog.it