La disoccupazione sale di nuovo ma milioni di posti di lavoro rimangono vacanti. Quali sono i motivi?

La disoccupazione sale di nuovo ma milioni di posti di lavoro rimangono vacanti. Quali sono i motivi?

Ci risiamo: dopo un momento in cui pareva che il problema della disoccupazione stesse migliorando, anche se molto lievemente, ci ha pensato febbraio ad aprirci gli occhi. Stando ai dati forniti dall’Istat, infatti, il nostro Paese soffre ancora di un tasso di disoccupazione altissimo, soprattutto se si vanno ad analizzare i numeri relativi ai giovani senza lavoro. Ma quello che stona, in una situazione senza dubbio molto grave, è comunque la presenza di tantissimi posti di lavoro vacanti. Le cose sono due: o le aziende organizzano colloqui semplicemente per il gusto di farlo, oppure i candidati che si presentano non possiedono i requisiti necessari. Vediamo di analizzare questa situazione partendo dai numeri, per poi tradurli in possibilità.

La disoccupazione è in aumento: ecco i dati Istat

Come accennavamo poco sopra, l’Istat ci ha reso partecipi dei risultati riguardo la consueta ricerca sul tasso di disoccupazione in Italia: stando a quanto riscontrato dal noto istituto di ricerca, i disoccupati sono saliti a febbraio a quota 11,7%: un lieve rialzo che, però, nasconde al suo interno un problema ancora più grave. L’Istat, infatti, ha anche sottolineato che i giovani disoccupati under-35 sono saliti al 39,1%: numeri che fanno paura, e che rischiano di lasciare l’Italia priva del suo principale motore di rinnovamento. Ma quali sono i motivi di questo trend così negativo?

Rinunciare alla specialistica? Ecco il maggiore ostacolo

Un alto tasso di disoccupazione equivale ad una forbice ampia fra richieste delle aziende in fase di assunzione e capacità dei candidati verificabili attraverso il curriculum. Come già ricordato, infatti, sono tantissime le società attualmente in cerca di personale, che non assumono perché, banalmente, non trovano la figura adatta al ruolo vacante. Il motivo, in questo senso, è spesso la scelta di fermarsi ad una laurea triennale senza procedere con la necessaria specializzazione: un passo fondamentale per arricchire curriculum ed esperienze e per risultare attrattivi agli occhi di chi deve assumere. Certo, prendere una laurea specialistica non è l’operazione più facile del mondo: soprattutto al Sud e in Campania, dove la crisi delle università è oramai un fatto conclamato. Ma c’è una soluzione: la possibilità di conseguire una specializzazione attraverso le università telematiche riconosciute dal Miur, senza per questo spostarsi in altre regioni. Ad esempio, l’Università Unicusano offre validissimi corsi di laurea magistrale a Napoli permettendo agli studenti partenopei di conseguire un titolo fondamentale per avere più possibilità nella fase di ricerca di un lavoro.

Il lavoro c’è, ma attende figure specializzate

Il 36% delle aziende non assume semplicemente perché non trova chi assumere. Soprattutto quando si parla di figure altamente specializzate, come ad esempio gli ingegneri, ma anche le figure da impiegare negli ambiti finanziari, commerciali e amministrativi. Il motivo è che per questi settori non basta l’infarinatura generica fornita dalla laurea triennale: occorre studiare tanto, e dotarsi di competenze molto specializzate. Ma il campo delle professioni con tanta domanda nel mondo del lavoro ma poche offerte, non termina certo qui: sono infatti numerose le aziende che ricercano meccanici, esperti di vendita e marketing, sviluppatori di App e infine infermieri.

C. S.

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