Il libro di Luciano Canfora, “La metamorfosi” (Laterza, 96 pagine, 12 Euro), passa al vaglio con un’affilatissima intelligenza politica la storia del Partito comunista italiano: “Qui vorremmo ripercorrere brevemente il cammino che ha condotto una formazione politica (quella educata nel Pci), per progressive trasfigurazioni, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta. L’occasione è data dalla ricorrenza centenaria: 1921-2021”.
Si tratta di una metamorfosi che ha al centro il ‘partito nuovo’ di Togliatti. Quella fu, nel 1944, una seconda fondazione, la non facile nascita di un partito molto diverso rispetto alla formazione ‘rivoluzionaria’ sorta vent’anni prima. La nuova nascita era una necessità storica, nella situazione mondiale determinata dalla sconfitta dei fascismi; ma le potenzialità insite in tale nuovo inizio non furono sviluppate con la necessaria audacia da chi venne dopo: e nel mirino della durissima critica finisce anche un “monumento” che sembrava intoccabile (ma non per il professor Luciano Canfora), Enrico Berlinguer. Come è noto, Berlinguer puntò tutto sulla “questione morale”, trascurando l’essenziale questione politica, pertanto creando le basi per l’attuale disastro della Sinistra. Canfora mette sotto accusa le ragioni del mancato riconoscimento dell’approdo socialdemocratico che il mutato contesto storico suggeriva; da qui la progressiva perdita di contatto degli eredi del PCI con i gruppi sociali (il popolo della Sinistra, la classe operaia) il cui consenso veniva dato per scontato.
Scrive tra l’altro Luciano Canfora a proposito del PD: “Lo sconcerto cresce quando si considera come sia avvinto a siffatta ideologia liberal-liberista, oggi suo unico credo, un partito politico sorto – or sono tanti anni – dall’assemblaggio dei cocci di due grandi tradizioni estinte: quella democratico-cristiana e quella del Partito comunista italiano. Quando sorsero – o meglio risorsero –, nel fervido secondo dopoguerra, avevano molti punti in comune. Talora, attraverso alcuni suoi esponenti, la Democrazia cristiana parlava financo un linguaggio più acceso: «La rivolta universale contro la civiltà capitalistica – scriveva Amintore Fanfani nell’opuscolo della Democrazia cristiana Economia orientata –, fatta in nome d’un ideale di dignità e di giustizia umana, prova che la coscienza cristiana può addormentarsi, ma non può morire»”. Nel suo libro non ne parla, ma siamo sicuri che Luciano Canfora saprebbe trovare utilissimi spunti dagli strettissimi rapporti dell’appena citato Amintore Fanfani con il professor Francesco Vito (nato a Pignataro Maggiore nel 1902 e morto a Milano nel 1968), il grande economista dell’Università Cattolica, di cui fu rettore, autore tra l’altro del libro: “L’economia a servizio dell’uomo”.
Red. Cro.