MILANO – La morte di George Floyd ha generato ormai da settimane un moto di indignazione contro le autorità, accusate di coprire (nella migliore delle ipotesi) e/o incoraggiare (nella peggiore delle ipotesi) gli atti criminali e discriminatori contro la popolazione americana di colore. La violenza del poliziotto sul 46enne del Minnesota si è trasformata, a livello globale, nel simbolo della prevaricazione su tutte quelle categorie deboli e come tali vittime di soggiogamento. Così, per le più disparate ragioni, le manifestazioni di protesta, oltre a prendere di mira i luoghi del potere, hanno portato alla distruzione o al danneggiamento dei simboli con i quali viene identificato tale stato di sopraffazione. Dalla statua di Winston Churchill, a quella di Cristoforo Colombo fino a quelle di conclamati schiavisti, la furia di quella che la stampa ha definito “iconoclastia moderna” non ha risparmiato in Italia nemmeno…(continua a leggere)
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