SANTA MARIA CV – Dietro un muro coperto di edera c’è una musica, in pieno centro, ed quello il posto in cui stiamo per entrare. Quando varchi la soglia del bel cancello della villa, all’imbrunire già gremita di giovani e meno giovani, hai la sensazione di essere nel giardino in cui si festeggia il compleanno di qualcuno, e in realtà è proprio una festa dove i protagonisti sono il Club 33 Giri e i suoi amici. Sono invitati tutti quelli che ci hanno creduto, e si vede, perché per regalo hanno riempito di doni il cortile curandolo in ogni dettaglio, portando il mare (tema della festa) in città con tante conchiglie, barchette di carta pendenti dagli alberi, foto che ritraggono scene di vita legate al mare, persino un teatrino di posa a forma di cabina spogliatoio. All’ombra degli alberelli ci ritroviamo in un mercatino davvero interessante, circondati da magliette di design, affascinanti illustrazioni venute dal nord, libri da scegliere al buio e giocattoli vintage; ci sono anche le chitarre di mastro Zippa, abile liutaio della zona, vestiti colorati e portachiavi per tenere l’accendino al guinzaglio. Su ogni albero che incontri c’è una poesia. La semplicità a volte è di una bellezza spiazzante. Tra le esibizioni dei giocolieri e un buon profumo che stuzzica l’appetito, incontriamo amici musicisti soddisfatti del relax pomeridiano di cui hanno goduto cullandosi sulle amache in giardino e non vedono l’ora che sia il loro turno di esibirsi. Le note del primo concerto all’imbrunire vengono da un pianoforte che sembra essere atterrato sull’erba volando con una mongolfiera di palloncini colorati. Roberto Angelini e Pier Cortese mettono in scena subito dopo la fantasia di un collage in cui testi familiari con musiche riarrangiate danno vita ad una nuova opera d’arte fatta di corde e transistor. È Discoverland. Dopo una breve pausa, entrano in scena i Blindur, che con eleganza dipanano intensi pensieri ben sostenuti da un personalissimo folk e dalla voce temprata del cantautore polistrumentista. È oramai notte ed è la volta dei Fitness Forever, che sorprendono sempre per la bellezza e la genialità delle loro composizioni originali, fatte di quelle sonorità che negli anni 70 e 80 facevano tanto ballare i nostri genitori e fanno immancabilmente muovere anche noi, “musica elettronica di una bellezza teutonica” con testi contemporanei, a volte scanzonati, sempre profondi e mai banali. Tra i trenini dello staff in festa e la folla in visibilio, acclamati e desiderati i Fitness Forever non si risparmiano e concedono alcuni bis prima di lasciare il palco, quando a fine concerto viene annunciata una sorpresa. I musicisti delle precedenti esibizioni danno vita al momento forse più emozionante della serata, unendosi per una canzone in chiave acustica suonata ai piedi del palco, accompagnati dal benjo e da un romanticissimo violino, con tutti gli invitati intorno come se fosse il momento di spegnere le candeline. Usciamo dal cancello lasciandoci alle spalle quel muro coperto di edera, con la sensazione che davvero “la musica può fare”. Siamo a Santa Maria Capua Vetere, l’avevamo dimenticato. Cento di questi giorni.
Valerio De Rosa