“La necessità della politica” in un libro di Carlo Galli sulla filosofia di  Platone

“La necessità della politica” in un libro di Carlo Galli sulla filosofia di  Platone

Il libro di Carlo Galli, “Platone – La necessità della politica” (il Mulino, 188 pagine, 14 Euro), ci racconta a sua volta di un’altra opera: meraviglioso e vertiginoso, coinvolgente e sconvolgente, magnetico ed enigmatico, la “Repubblica” è il libro che segna la riflessione filosofico-politica occidentale. Un classico di potenza inesauribile, che ci insegna come porre problemi servendosi non solo di ragionamento ma anche di immagini, come quella della caverna, il mito più famoso della storia. Speculazione e potenza narrativa si combinano qui per descrivere con straordinario realismo le dinamiche delle oligarchie, delle democrazie, delle tirannidi, e per sollevare questioni che attraversano anche la politica di oggi. Un filosofo contemporaneo legge il più grande filosofo di tutti i tempi, aiutandoci a capire che cosa di questo libro ancora ci parla. Carlo Galli ha insegnato Storia delle dottrine politiche nell’Università di Bologna; con “il Mulino” ha pubblicato fra l’altro “Genealogia della politica. Carl Schmitt e la crisi del pensiero politico moderno»” (2010), “Marx eretico” (2018), “Sovranità” (2019) e “Forme della critica” (2020). Dirige la rivista “Filosofia politica”.
Sono ovviamente tantissimi i temi toccati nel libro di Carlo Galli; vogliamo segnalarne qualcuno ai nostri affezionati lettori. “La quarta virtù della città – scrive tra l’altro l’autore di ‘Platone’, citando il punto di vista del filosofo greco – è la giustizia, appunto ciò che nella ‘Repubblica’ viene cercato fin dall’inizio; e questa consiste nel fatto che ciascuno occupa il proprio posto e fa ciò che la natura lo ha destinato a fare – ma non come una condanna o una mortificazione, sì come pieno fiorire delle sue capacità, ed è quindi felice come singolo rispettando un ordine universale: la felicità è di tutti, non solo dei governanti, come si è detto. Al contrario, il fare troppo cose e lo scambiarsi i ruoli sociali e politici è la massima ingiustizia (…). L’ordine, se è davvero tale, è buono, giusto e stabile: e così deve rimanere, perché non abbiano luogo caos e sovvertimento, cioè infelicità. Perché la città sia Una e non molteplice. Perché la misura si affermi”.
Un altro tema, ancora descritto da Carlo Galli: “Il filosofo inizia, indirizza e coadiuva questa azione di libera scelta, che nondimeno è di tutti e di ciascuno. Tutti – con il retto esercizio della ragione – possono, e dovrebbero, scegliere di essere giusti e felici, ciascuno secondo la propria natura; tutti hanno una chance di farsi, per quanto possono, simili a dei. L’unità dell’umanità (almeno implicita), l’uguaglianza delle diverse nature nei doveri, nelle speranze, nella destinazione, è, dopo tutto, l’ultima parola di Platone. La modernità – nelle sue più ardite formulazioni – non farà che portare il filosofo all’interno di ciascuno”.

Red. Cro.

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