PIGNATARO MAGGIORE – La settima sezione penale della Corte di Cassazione, con ordinanza numero 43773/2018, ha dichiarato “inammissibile, risultando basato su motivi generici e manifestamente infondati”, l’ennesimo ricorso del boss ergastolano pignatarese Raffaele Ligato e lo ha condannato, altresì, al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di duemila euro alla Cassa delle ammende. Come si legge nel documento della Suprema Corte, che pubblichiamo a corredo di questo nostro articolo, con ordinanza “il Tribunale di sorveglianza di Milano rigettava il reclamo proposto da Raffaele Ligato avverso il provvedimento con cui gli era stata applicata la sanzione disciplinare della sospensione dalle attività ricreative e sportive per un periodo di 15 giorni, irrogatagli dal Consiglio di disciplina della Casa circondariale di Milano Opera. Avverso tale ordinanza Raffaele Ligato ricorreva per Cassazione, deducendo violazione di legge e vizio di motivazione, in relazione alla ritenuta sussistenza dei presupposti per l’irrogazione della sanzione disciplinare presupposta, che erano stati valutati dal Tribunale di sorveglianza di Milano”. La Corte di Cassazione ha fatto riferimento, inoltre, alla “particolare pericolosità manifestata da Ligato”.
Sentenza Ligato – Corte di Cassazione
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it