“La Peste – Calvi Risorta, la più grande area tossica d’Europa”: l’interessante reportage di Salvatore Minieri e Tony De Angelis sull’area ex Pozzi (guarda il video)

“La Peste – Calvi Risorta, la più grande area tossica d’Europa”: l’interessante reportage di Salvatore Minieri e Tony De Angelis sull’area ex Pozzi (guarda il video)




CALVI R. – In queste ore è stato diffuso il promo del reportage “La Peste – Calvi Risorta, la più grande area tossica d’Europa”, il lavoro di inchiesta realizzato da Salvatore Minieri e Tony De Angelis sull’area ex Pozzi. L’anticipazione del lavoro che probabilmente rappresenta la risposta migliore alle “ciance” della politica, affronta – come sempre accade quando scendono in campo due professionisti come Minieri e De Angelis – con competenza un problema di grande importanza sociale e ambientale. Trascurando le opinioni personali, riporta i contributi di chi sta scavando nell’area del Demanio di Calvi e analizza – utilizzando strumenti adatti –  un territorio che nel corso dei decenni ha cambiato la propria conformazione morfologica a causa del continuo scarico di rifiuti industriali provenienti dalla Pozzi – Ginori e da altre società che hanno utilizzato la Terra Felix come uno sversatoio di veleni. Insomma, i due giornalisti dimostrano – dati alla mano – che nella zona Asi calena non c’è da perdere più tempo, il livello di inquinamento ha già danneggiato eccessivamente l’ambiente e la salute dei tanti cittadini morti in questi decenni apparentemente senza un perché. Minieri e De Angelis, come fanno i professionisti veri, stanno presidiando l’area da settimane rischiando la propria incolumità (i tanfi nauseabondi provenienti dalle buche scavate, non sono esattamente un toccasana) e, in compenso, raccogliendo tutta una serie di informazioni che li rende degni di fede sulla questione. Non è un caso che nel corso della conferenza stampa di mercoledì scorso della Commissione parlamentare per il ciclo dei rifiuti, Minieri ha sostenuto un animato scambio di idee con il presidente Alessandro Bratti, ponendo all’attenzione generale delle argomentazioni interessanti sul possibile coinvolgimento nella vicenda anche del clan dei Casalesi. In ogni caso, per una prima idea su questo nuovo lavoro, ecco il promo del reportage:

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