TORINO – L’importanza dell’Europa per l’Italia, la ricerca di una nuova radicalità e il destino della sinistra. Tra passato e presente, con dubbi e parole da leggere tra le righe, il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha voluto dare una lettura dell’attuale situazione politica italiana. Dal Salone Internazionale del Libro di Torino, dove questa mattina (13 maggio) è stata presentata una nuova edizione di “Tutte le opere” di Niccolò Machiavelli (prefazione di Michele Ciliberto, edizioni Bompiani), l’esponente di Leu, inviato al tavolo dei relatori insieme a Massimo Cacciari, ha voluto fissare tre punti precisi del percorso italiano partendo dall’esperienza storica di Machiavelli.
In merito ai particolarismi prepotentemente venuti fuori nel Vecchio Continente con i partiti sovranisti, Rossi ha fatto notare: “Oggi noi siamo l’Europa fatta di signorie nelle quali le opinioni, le idee e gli interessi sono molto diversi, in un mondo in cui vincono gli Stati-continenti. Proprio per reggere il confronto con la nuova realtà mondiale, a mio parere dobbiamo guardare e riflettere a fondo sull’idea di Europa che perseguiamo. Non possiamo pensare che in una piccola signoria come l’Italia si possa risolvere il problema della libertà”.
Il governatore toscano si è soffermato anche sulla dialettica politica degli ultimi tempi: “Nei discorsi Machiavelli teorizza il conflitto come strumento dialettico della politica, egli non vede nella politica l’arte della mediazione a prescindere. Nella politica attuale, invece, tendiamo a eliminare il conflitto, soprattutto quello sociale. Bisognerebbe, invece, riflettere sul conflitto, senza ridurre il tutto a interessi particolari. Vedo fazioni che si scontrano per interessi di parte, ormai lontano dagli interessi della gente”.
Sulle ultime elezioni politiche, Rossi individua un segnale per la sinistra: “La sinistra sta vivendo una crisi legata alla crisi del sistema. Se la sinistra vuole superarla deve adeguarsi a questi tempi, perché diversamente rischia di non mantenere alcun ‘principato’. La crisi ha spazzato via il centro, sociale e politico; la politica delle grandi forze popolari si è dissolta e si è estremizzata da un lato verso la destra sovranista e dall’altro verso un forte interclassismo. Proprio per questo mi chiedo se la sinistra debba cercare l’appoggio del centro o cercare una nuova e diversa radicalità politica”.
Red.