PIGNATARO MAGGIORE – I pignataresi in queste ore sono in allarme per il fatto che il boss Pietro Ligato, detto “Pierino”, è stato scarcerato. Grande festa nella potente e sanguinaria cosca mafiosa Lubrano-Ligato e negli ambienti politici che alle amministrative del 2016 hanno condotto la campagna elettorale facendosi vedere in giro con i “guaglioni” di Pietro Ligato e pure con altri soggetti della stessa “qualità”. Campagna elettorale che, a nostro avviso, dovrebbe essere al vaglio dei valorosi magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli per i provvedimenti del caso. A Pignataro Maggiore, famigerata città tristemente conosciuta quale “Svizzera dei clan”, c’è la classe politica locale più collusa dell’intera provincia di Caserta.
Ora che il figlio del mammasantissima ergastolano Raffaele Ligato è di nuovo a piede libero, quei pignataresi che non vogliono avere niente a che fare con i delinquenti (né con i loro leccapiedi né con i politici collusi) temono che le strade di Pignataro Maggiore possano diventare ancora una volta un campo di battaglia per regolamenti di conti tra bande criminali. Come è noto, è già avvenuto in passato che Pietro Ligato sia finito nel mirino dei suoi nemici (“clan dei casalesi”), ferito a colpi di pistola e scampato miracolosamente alla morte. Inoltre, lo stesso soggetto ha nel suo impressionante curriculum giudiziario pure una condanna in primo grado per omicidio. Le preoccupazioni che si vivono a Pignataro Maggiore, insomma, non sono campate in aria; e nessuno vorrebbe trovarsi nel mezzo di un non improbabile conflitto a fuoco tra “Pierino” e i suoi compari della cosca Lubrano-Ligato, da una parte, e i “casalesi” dall’altra. Vanno intensificati i controlli sul territorio, cosa che naturalmente i carabinieri della Stazione di Pignataro Maggiore hanno già cominciato a fare con il supporto delle altre articolazioni dell’Arma.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it