PIGNATARO MAGGIORE – La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Pubblico ministero dottoressa Iolanda Gaudino) ha chiesto l’archiviazione di una querela del sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, coordinatore di Forza Italia in Terra di Lavoro e presidente della Provincia di Caserta (in quest’ultima veste componente del Comitato provinciale per Ordine e la sicurezza). Tramite il suo avvocato, il querelante ha presentato opposizione alla richiesta di archiviazione e il GIP (Giudice delle indagini preliminari), dottor Francesco Ciocia, ha fissato al 14 giugno 2021 l’udienza in Camera di consiglio al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per decidere in merito. A seguito della querela di Giorgio Magliocca era stato iscritto nel registro degli indagati il giornalista Enzo Palmesano, accusato di diffamazione a mezzo stampa. Ovviamente c’è grande attesa nell’opinione pubblica – non solo a Pignataro Maggiore, famigerata città tristemente conosciuta quale “Svizzera dei clan” – curiosa di sapere come andrà a finire la battaglia tra Giorgio Magliocca ed Enzo Palmesano, quest’ultimo vittima di reato di tipo mafioso.
Come è noto, il quotidiano locale “Corriere di Caserta” (all’epoca, direttore responsabile Gianluigi Guarino) pose fine alla collaborazione di Enzo Palmesano a seguito delle pressioni del capomafia di Pignataro Maggiore, Vincenzo Lubrano, che utilizzò quale suo messaggero un nipote acquisito, Francesco Cascella, un militare attivo pure nel mondo giornalistico. Morto nel frattempo Vincenzo Lubrano, è stato condannato in via definitiva Francesco Cascella per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni di Enzo Palmesano. Un storia che ha avuto vasta eco anche grazie agli articoli dello scrittore di “Gomorra”, Roberto Saviano. Nelle carte del processo – e, ancor prima, dell’inchiesta denominata “Operazione Caleno” della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Sostituti procuratori dott. Giovanni Conzo e dott.ssa Liana Esposito – è emersa in tutta la sua gravità la campagna della camorra per isolare e quindi fare il vuoto intorno a Enzo Palmesano, nel tentativo di ridurlo al silenzio. Nelle intercettazioni ambientali a carico del capomafia Vincenzo Lubrano è cristallizzata, altresì, una discussione sulla possibilità di far fare a Enzo Palmesano la fine di Giancarlo Siani, il giornalista del “Mattino” assassinato dalla cosca Nuvoletta-Lubrano il 23 settembre 1985.
Anche Giorgio Magliocca ha trovato sulla sua strada la famiglia Lubrano. In particolare il defunto Raffaele Lubrano detto “Lello” (ucciso nella “Svizzera dei clan” in un regolamento di conti tra bande criminali il 14 novembre 2002), il boss mafioso con il quale Giorgio Magliocca, allora consigliere provinciale di An in carica, ebbe vari incontri alla vigilia delle elezioni amministrative di Pignataro Maggiore del 2002 in cui fu eletto sindaco per la prima volta. Arrestato l’11 marzo 2011 con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e omissione di atti d’ufficio con l’aggravante camorristica, Giorgio Magliocca è stato assolto in via definitiva “perché il fatto non sussiste” e gli è stato riconosciuto un risarcimento per “ingiusta detenzione” di 90.000 Euro. Ma gli incontri di Giorgio Magliocca con il boss mafioso Lello Lubrano (figlio di Vincenzo Lubrano) sono stati sempre confermati, in tutte le sedi, inoppugnabilmente, soprattutto grazie alle inchieste giornalistiche di Enzo Palmesano.
Il sindaco di Pignataro Maggiore, inoltre, risulta aver firmato in data 4 luglio 2019 un accordo di partenariato “per la legalità” e contro la camorra con un’associazione denominata “Gruppo sociale La Felicità” che risultava fare riferimento ad Angela Valente, moglie di Gaetano Lubrano. Quest’ultimo (figlio di Vincenzo Lubrano) è stato condannato in primo grado con il fratello Giuseppe Lubrano (pregiudicato, già sottoposto a sorveglianza speciale) per violenza privata con l’aggravante camorristica ai danni del giornalista e scrittore Salvatore Minieri. Tutti gli esponenti del consiglio direttivo del citato “Gruppo sociale La Felicità” risultavano essere amici o parenti della famiglia del capomafia (consuocero di Lorenzo Nuvoletta e alleato di ferro di Totò Riina) Vincenzo Lubrano, condannato all’ergastolo – con Pippo Calò – per l’omicidio di Franco Imposimato, fratello del Giudice Ferdinando Imposimato.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it