La Reggia di Caserta al secondo posto nella classifica dei siti museali più visitati in Italia

La Reggia di Caserta al secondo posto nella classifica dei siti museali più visitati in Italia

Proprio mentre il nostro territorio torna alla ribalta per i disastri causati dal sotterramento di rifiuti, arriva qualche buona notizia. Tra scettici e entusiasti arrivano i dati sulla domanda di visite museali in Italia e la Reggia di Caserta ottiene un buon posizionamento, al secondo posto, con un incremento sensibile della domanda. Ciò dimostra che la domanda di cultura e di bello non si è spenta lasciando il posto alle invasioni barbarica.

 Dopo che anche il Premier ha scelto di visitare la Reggia i riflettori sulla dimora vanvitelliana non possono spegnersi. Sicuramente il nuovo Direttore Felicori ha molti meriti in merito al rilancio del sito, nonostante fosse stato al centro dell’attenzione grazie al tanto discusso bando internazionale.

 Ovviamente in pochi mesi non si possono fare miracoli e lo stesso Mauro Felicori riconosce di aver raccolto un’eredità scomoda e rifugge le facili attribuzioni e i meriti. Non si possono trascurare, però, il nuovo entusiasmo nel rafforzare e consolidare le connessioni tra la Reggia e la città. Basti pensare al senso d’abbandono che aleggiava sulla Reggia solo fino allo scorso anno.  La stessa comunità territoriale sta riscoprendo il sito comprendendo che non è possibile valorizzare il proprio territorio se prima non lo si conosce. Non si può appassionare il grande pubblico, quello internazionale, se non siamo noi i primi a custodirlo e valorizzarlo. Il pubblico della Reggia è un pubblico trasversale che, magari alle prese con il mutuo surroga (approfondimenti su www.spaziomutui.com/libro/surroga.htm) trova il tempo da dedicare ad un appassionante visita degli appartamenti della dimora barocca più grande al mondo.

 Felicori all’uscita dei dati sulle visite registrate nel 2015, ha dichiarato: «Siamo compiaciuti, ma non appagati». E fa bene il nuovo Direttore, rilanciando la sfida e non accontentandosi di un dato sicuramente lusinghiero. L’andamento positivo dei flussi di visitatori servirà a spingere in avanti l’effetto positivo. La cultura non è più ad appannaggio dei soli storici, dei cultori o collezionisti ma una conditio sine qua non sulla quale è opportuno costruire un dialogo fitto e intenso che risvegli intuizioni e conoscenza. Pragmaticamente è necessario potenziare  gli investimenti, partendo dal recupero crediti, facilitati i processi gestionali, incentivate le connessioni con il resto del mondo per strutturare un turismo internazionale stabile e duraturo.

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