PIGNATARO M. – Potrebbe seguire un destino diverso da quello dell’abbandono e dell’incuria la villa bunker di via del Conte appartenuta al clan Ligato, archetipo della scandalosa gestione dei beni confiscati a Pignataro Maggiore. L’Ufficio tecnico comunale, con la determinazione numero 349 di registro generale del 31-05-2012, ha affidato a un team di tecnici della Facoltà di Architettura della Seconda Università degli Studi di Napoli il compito di redigere un progetto per la ristrutturazione dell’immobile. Il piano di riconversione del bene prenderà spunto dalla tesi di laurea intitolata “Dalla camorra ai diritti dell’uomo – Centro sperimentale di agricoltura sociale – ex Villa Ligato Pignataro Maggiore, CE”, redatta dall’architetto Nazareno Labate e il cui relatore è il professor Massimiliano Rendina. La squadra, che sarà formata proprio dai due tecnici, supportati dagli architetti Nicola Palmiro Rubortone e Lara Aurilio, dovranno acquisire il progetto di ristrutturazione e recupero, finalizzato alla riqualificazione e l’utilizzo per scopi sociali o istituzionali della villa vandalizzata proprio in occasione dello sgombero della famiglia Ligato. La progettazione dovrà essere in linea con le finalità dei Fondi europei e nazionali stanziati in materia di valorizzazione dei beni confiscati (Pon).
L’affidamento dell’incarico segue l’indirizzo dato con la delibera numero 3 del 26 aprile dello scorso anno dal commissario prefettizio Vincenzo Lubrano (il vice prefetto arrivato a Palazzo Scorpio dopo le dimissioni dell’ex sindaco Giorgio Magliocca), grazie al quale si è instaurata una collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’università partenopea per supportare l’Utc nell’“elaborazione di una progettualità finalizzata al recupero dell’immobile di via del Conte, per scopi sociali compatibili con l’area interessata”. Questa sinergia ha coinvolto anche i laureandi in architettura, tra i quali Labate che ha fatto oggetto di tesi di laurea magistrale il bene confiscato. Comunicata l’avvenuta stesura del progetto, l’attuale Giunta comunale – con deliberazione n. 59 del 22.05.2012 – ha incaricato l’Ufficio tecnico di approntare tutte le azioni finalizzate alla pianificazione e alla progettazione di interventi tesi alla ristrutturazione di immobili confiscati alla criminalità organizzata. Insomma, potrebbe finalmente arrivare quel riscatto tanto agognato per la villa bunker, simbolo assoluto di uno scandalo nazionale che ha messo in rilievo l’incapacità – in molti casi – delle Pubbliche amministrazioni di riconvertire i beni sottratti alla criminalità organizzata.