Qual è la via di mezzo tra le inefficienze individuali dei docenti e le responsabilità del “sistema”? Insomma si chiederanno gli alunni: Ma se un docente non è in grado di svolgere i compiti a lui affidati, se non sa gestire un gruppo classe, se non sa gestire emozioni, relazioni, didattica è solo colpa sua?
I docenti hanno per caso fatto i voti o hanno ricevuto dal medico la prescrizione per insegnare?
Chi li ha portati in cattedra?
Hanno responsabilità coloro i quali organizzano i processi formativi e/o quelli selettivi?
Certo che sì!! Il sistema è inadeguato per “far salire” in cattedra persone professionalmente e attitudinalmente preparate.
Come se non bastasse vogliamo parlare delle lauree, diplomi on-line,dei diplomi di sostegno facili?
E poi l’orario di servizio…..diciotto, ventiquattro e venticinque ore rispettivamente per scuole secondarie, primaria e infanzia.
E le attività funzionali? E i compiti da correggere? Se ad ogni ora di lezione corrisponde un’ora funzionale sarebbero 36 ore a settimana? Ma è così si chiedono i nostri?
Forse è per questo che la “faccenda” non si riesce a regolamentare con i contratti.
Ma se secondo le indagini più recenti i ragazzi italiani sono ultimi in lettura e matematica, perché per gli adulti si parla di educazione permanente? Sono ultimi anche loro in lettura? O le indagini sono come la politica nazionale? Ognuno dice tutto e il suo contrario.
Vuoi vedere, dirà qualche ragazzo, che è colpa degli stranieri presenti nelle nostre classi?
Alcuni autori ( Ichino, Ballatore, Fort) confermano che la presenza di immigrati ha un effetto sfavorevole sull’apprendimento.
Le analisi sono condotte mediante il database dell’INVALSI ma come dicevo prima il differente utilizzo dei dati fa tornare alla mente Richard Lynn, il quale sulla base dei dati PISA (simile all’INVALSI per scolari più grandi), sostiene che, per cause genetiche, i popoli del Mediterraneo e africani sono meno intelligenti di quelli del Nord Europa.
Ma i ragazzi non vogliono ghetti, né classi differenziali.
Sono loro, talvolta, a ricordarci che noi grandi siamo razzisti.
Chissà se ciò vale anche per i piccoli tifosi juventini che occupando le curve chiuse per i cori dei soliti noti contro i napoletani, si sono comportati come i loro genitori.
Comunque è certo che nelle classi in cui interagiscono bambini differenti, si porta i più problematici a manifestare comportamenti a rischio ridotti.
Questo è il tema dell’apprendimento cognitivo ed emotivo tra i pari, si migliora proprio grazie a quelle “differenze” che qualcuno vuole censurare.
Ma tutti i docenti sanno gestire situazioni simili?
E basta diranno gli alunni!!Così si torna al punto di partenza. Di chi è la colpa dei singoli o del sistema?
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Giacomo Coco