PIGNATARO M. – Biopower, società in liquidazione titolare della centrale a biomasse di Pignataro Maggiore (Caserta), si salva. Tramite un aumento di capitale riservato da 25 milioni di euro deliberato a novembre e sottoscritto finora a metà, l’azienda attiva nel campo delle energie rinnovabili torna in bonis dopo aver cambiato proprietà a luglio. Ad acquisire il patrimonio netto, del valore complessivo di circa 28 milioni di euro, dalla controllata italiana dell’elvetica Bkw è un fondo d’investimento lussemburghese che fa capo al gruppo di consulenza strategica inglese Hamble. L’operazione è finalizzata all’acquisizione finale da parte di un grosso gruppo industriale italiano non quotato, il cui nome è celato da una clausola di riservatezza. A rivelare i dettagli è il liquidatore Davide Cognolato. Biopower stava costruendo un impianto di produzione di energia elettrica alimentato da biomasse a Pignataro Maggiore, poi bloccato da contenziosi locali e legali. Il Comune e il sindaco Raimondo Cuccaro hanno vinto il passaggio al Tar. L’obiettivo è quello di demolire un’opera autorizzata dalla Regione Campania che dista poco più di un chilometro dal cenro abitato. La nuova proprietà ha però predisposto un piano strategico finalizzato alla ripresa del progetto. Ai primi di dicembre il piano è stato illustrato ad alcuni investitori istituzionali internazionali la cui risposta è stata positiva. La ripresa del progetto dipende dalla soluzione dei problemi legali che ne hanno causato la sospensione. Ma la nuova proprietà, chiamata a chiudere il contenzioso prima di cederla al colosso italiano dell’energia, mostra fiducia sull’esito positivo di una strategia in due passi: un ricorso al Consiglio di Stato (l’udienza è fissata per l’11 gennaio 2013) contro la sentenza del Tar; la presentazione di una nuova domanda di autorizzazione per il completamento dell’impianto. Il tutto con il presupposto di rispettare le normative ambientali. La nuova proprietà infatti non solo conta di realizzare l’impianto, già costruito per circa il 70 per cento e utilizzare biomasse da sottoprodotto boschivo per la produzione, ma si pone quale obiettivo quello di mantenere le emissioni dell’impianto al di sotto della soglia fissata dal nuovo meccanismo di incentivazione, così da raggiungere il premio riservato a tali tipologie di impianto. E’ quindi concreta la possibilità di completare un impianto che non solo sia in regola con le normative vigenti in termini ambientali, grazie all’investimento in nuove tecnologie avanzate, ma che possa portare al territorio quell’occupazione che di questi tempi è fortemente penalizzata dal mercato.
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da www.ildenaro.it