Il libro di Paolo Murialdi “Storia del giornalismo italiano” (il Mulino, 352 pagine, 25 Euro) ci accompagna in un lungo viaggio – come recita il sottotitolo – “Dalle gazzette a Internet”. Testo di riferimento da molti anni, questo volume prende le mosse appunto dalla nascita delle prime gazzette secentesche; segue le vicende della stampa in modo via via più ampio col crescere del suo ruolo nella società; si chiude quando il giornalismo stampato, già affiancato da quello radiofonico e televisivo, entra in un futuro contrassegnato dai nuovi media elettronici. Questa quinta edizione (a cura di Pierluigi Allotti) sviluppa e aggiorna la parte finale illustrando le profonde trasformazioni in atto nel mondo dell’informazione nell’ultimo ventennio. Paolo Murialdi (1919-2006), giornalista e storico del giornalismo, con “il Mulino” ha pubblicato anche “Il giornale” (1998) e “La traversata. Settembre 1943 – dicembre 1945” (2001). Pierluigi Allotti insegna Storia del giornalismo alla Sapienza Università di Roma; con stessa casa editrice ha pubblicato “Andare per stadi” (2018) e “La libertà di stampa” (2020).
E’ a firma di Pierluigi Allotti il tredicesimo capitolo: “Il giornalismo italiano nel Ventunesimo secolo”. Scrive tra l’altro: “La morte di Indro Montanelli, spentosi il 22 luglio 2001 a Milano, segnava idealmente la fine del lungo Novecento del giornalismo italiano, iniziato nel 1900 con l’ascesa di Luigi Albertini e Alfredo Frassati alla direzione, rispettivamente, del “Corriere della Sera” e della “Stampa”. Nato nel 1909 a Fucecchio (Firenze), Montanelli era stato il più popolare giornalista italiano del secolo appena concluso e apparteneva a un mondo ormai in via d’estinzione, estraneo alla nuova era inaugurata dal Web. Lui stesso, nel 1997, aveva confessato a un lettore del ‘Corriere della Sera’ di non avere una chiara cognizione di cosa fosse un giornale online”.
Lo stesso Pierluigi Allotti sottolinea – e noi di www.caleno24ore.itne sappiano qualcosa – che “quello del giornalista in Italia è un “mestiere pericoloso”: “Nel 2020 erano una ventina i giornalisti italiani sotto protezione, perché minacciati da organizzazioni mafiose o gruppi neofascisti; aumentavano i casi di intimidazione rispetto agli anni precedenti; e restava irrisolto il problema annoso delle cosiddette ‘querele temerarie’ (querele fondate su motivi pretestuosi e accompagnate in sede civile da richieste di risarcimento esorbitanti)”.
Questo libro di Paolo Murialdi ci parla di un tema che riguarda la libertà e la democrazia, poste di fronte alle sfide della modernità: “Ognuna delle tre grandi rivoluzioni tecnologiche ha posto e pone in discussione il ruolo della carta stampata. Ora ci si interroga sul futuro del modello di giornalismo di informazione e di opinione nato con le grandi rivoluzioni liberali dell’Ottocento; ma ci si chiede anche se i giornali quotidiani così come sono fatti oggi potranno superare il confronto con Internet, medium rivoluzionario”.
Red. Cro.