PIGNATARO M. – Commercianti casertani furbetti beccati con le serrande aperte, durante il lockdown della scorsa primavera, si scagliano contro il cronista che li aveva beccati a fare consegne a domicilio (assolutamente vietate, in quelle settimane drammatiche). Alcuni hanno inspiegabilmente querelato il giornalista anticamorra, Salvatore Minieri che li aveva scovati in piena attività, nonostante i divieti imposti dalla Regione Campania e dal Governo centrale. A difendere il giornalista professionista, in questa strana e oscura vicenda giudiziaria, ci sarà lo studio legale Iovino che già aveva seguito il cronista nella delicatissima causa contro due membri del sanguinario clan Lubrano. Due figli del boss Vincenzo Lubrano avevano minacciato Salvatore Minieri per alcune sue inchieste. Denunciati dal giornalista sono stati condannati, in primo grado, dal tribunale di Napoli. Minieri ha ritenuto opportuno farsi assistere di nuovo dallo studio Iovino. “Veramente strano che si produca una querela per una semplice notizia di cronaca-ha commentato il giornalista- manco avessimo toccato questioni fiscali poco chiare. Perché, mi auguro -ha concluso Minieri- che almeno il lato fiscale di questi negozi sia lineare, a differenza della mancata osservanza dei divieti commerciali, durante la fase più pericolosa del lockdown”.
C.S.