PASTORANO – Un’altra puntata della lunga telenovela relativa ai vari impianti per il trattamento di rifiuti che sono sbarcati sul territorio del Comune di Pastorano. La quinta sezione del Tribunale amministrativo regionale di Napoli, con sentenza numero 2848/2015, depositata in segreteria in data 21 maggio2015, hacondannato la Regione Campania a pagare un risarcimento di ottantamila Euro a favore della “Sacco Antonio & figli S.r.l.” che gestisce un impianto alla via Torre Lupara, località Scassata, dove è impegnata nell’attività di cernita, trattamento di rifiuti di tipo carta, cartone e plastica.
Pubblichiamo in coda a questo articolo l’appena citata sentenza del Tar, in modo che i nostri pochi ma appassionati lettori (eventualmente appassionati della materia) possano farsi un’idea il più possibile precisa e completa della vertenza in questione.
In sintesi va detto che la vicenda ha preso origine da una divergenza di vedute sulla legittimità della decisione di assoggettare a V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) l’ampliamento dell’impianto progettato dalla suddetta società “Sacco Antonio & figli”. E siccome la Regione Campania – secondo quanto stabilito dai giudici del Tar – ha accumulato nella complessiva definizione della pratica un ritardo di 154 giorni ecco che è maturato un risarcimento danni – come si è detto- di 80.000 Euro a favore della “Sacco Antonio & figli Srl”. La società ricorrente, invece, aveva addirittura quantificato un ritardo di 611 giorni e pretendeva un risarcimento danni di 445.791,80 Euro. Scrivono tra l’altro i giudici del Tar nella sentenza: “E’ facile, sulla base di una mera operazione proporzionale, e valendosi degli stessi dati dedotti dalla ricorrente, rideterminare lo stesso in circa euro 112.000 (…). A tale cifra va, in via equitativa, detratta la somma di euro trentaduemila considerato sia che il danno è stato richiesto in via presuntiva, con calcoli approssimativi e difficilmente dimostrabili quanto ai ricavi e sia che parte del ritardo, per come esplicitato nella parte che precede, è stato obiettivamente imputabile al ritardo nel fornire le integrazioni documentali da parte della ditta. Conclusivamente la sola regione Campania va condannata al pagamento di euro80.000 atitolo di risarcimento danni da ritardo, in favore della società ricorrente”.
Rassegna stampa
articolo di Rosa Parchi
da pignataronews.myblog.it