La storia dei due disoccupati che hanno interrotto il Festival di Sanremo oggi è su tutti i giornali italiani, e assume pericolosamente i contorni della bufala. Antonio Sollazzo e Marino Marsicano sono i due operai senza stipendio da sedici mesi pur lavorando ogni giorno che si sono presentati al teatro Ariston e hanno interrotto la kermesse:
Con una scena che rimarrà nella storia della televisione italiana, anche se non è inedita
COSA C’E’ DIETRO I DISOCCUPATI AL FESTIVAL DI SANREMO – Ma sulla storia qualche dubbio è nato ieri. Perché per realizzarla è stata necessaria una messinscena. Un finto malore, simulato da una “complice” che li accompagnava, ha permesso ad Antonio Sollazzo e Marino Marsicano, i due lavoratori che hanno minacciato il suicidio nella prima puntata del Festival, di distrarre gli addetti alla sicurezza della kermesse. Così da poter poi raggiungere la postazione in galleria e salire sull’impalcatura. A svelarlo è stato il direttore di Rai1, Giancarlo Leone: il dirigente ha spiegato come fossero in realtà quattro le persone coinvolte. Oltre a Sollazzo e Marsicano, che avevano intimato di volersi gettare nel vuoto qualora non fossero state ascoltate le motivazioni della loro protesta, c’erano anche Salvatore Ferrigno e una donna, Maria Rosaria Pascale, la stessa che ha finto lo svenimento. Gli operai sono stati denunciati per violenza privata. Il motivo? Con la loro azione hanno costretto il conduttore Fabio Fazio a leggere una lettera per denunciare la loro situazione occupazionale.
LA VERA STORIA DELLA VITA IN DIRETTA – E oggi Silvia Truzzi sul Fatto racconta i particolari:
Non sono esattamente degli sconosciuti, anzi:
Secondo le forze dell’ordine, i quattro – denunciati per violenza privata – hanno precedenti di polizia per diversi reati: truffa per assenteismo dal posto di lavoro, interruzione di pubblico servizio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, reati contro il patrimonio, e sono stati sottoposti anche a misure di prevenzione (Daspo). QUANDO sono stati condotti fuori dall’Ariston, sono stati portati in questura per l’identi – ficazione. Poi hanno trascorso la notte all’hotel Nazionale, un albergo nel centro di Sanremo.
Come hanno fatto quattro disoccupati a pagarsi un albergo a quattro stelle, che nel periodo del Festival ha prezzi inavvicinabili?, dice il Fatto.
Lo abbiamo chiesto a loro. “Ieri sera siamo usciti dall’Ariston e siamo stati avvicinati da una persona che ci ha detto di lavorare a La vita in diretta”, spiega Sollazzo. “Ci ha invitato a partecipare al programma, il giorno dopo. Ci ha raccomandato di non dire una parola a nessun giornalista, di non parlare prima della trasmissione. E ha aggiunto che ci avrebbe pagato l’albergo. Sennò noi tornavamo subito verso casa in macchina, non c’avevamo i soldi per un albergo così. Poi noi siamo stati al commissariato e dopo siamo andati a dormire, nell’ho – tel che ci hanno indicato. Hanno pagato loro, anche se poi ci hanno detto che qualcuno, in alto, ha messo il veto, che non potevamo andarci”.
Perché la scenetta, in effetti, rischiava altamente la strumentalizzazione: Ma chi è il personaggio “in alto” che ha messo il veto? Giancarlo Leone spiega che “non è il caso di dare un palcoscenico e ulteriore risonanza a queste persone”. Certo, dal punto di vista della Rai, il ragionamento non fa una piega. Infatti: è possibile che i dirigenti de La vita in diretta non abbiano pensato di fare un torto alla direzione di Rete, ospitando coloro che il giorno prima avevano messo in subbuglio il programma più importante dell’anno? Al di là delle intenzioni, resta – se è vero quello che dice Sollazzo – il paradosso di un’azienda danneggiata nell’immagine (e non solo, visto che c’è una denuncia per violenza privata) che paga l’albergo ai guastatori
Fonte: Giornalettismo
da http://andreainforma.blogspot.it/2014/02/la-vera-storia-dei-disoccupati-al.html